Gli Arconi: la mancanza di partecipazione produce mostri
La giunta Romizi, se non vuol passare alla storia come autrice di questo scempio, è ancora in tempo per fermare tutto, far abbattere il cemento e intanto chiamare i cittadini a una riflessione comune. Lo faccia al più presto
Nella vicenda degli Arconi, appare evidente che lo scempio compiuto con la colata di cemento che sporge dal monumento è la diretta conseguenza di un modo di amministrare che procede tutto all'interno di pochi uffici, senza alcun confronto con le opinioni e le idee della cittadinanza. Infatti, il progetto di una biblioteca da realizzare in quel luogo fu presentato una mattina di alcuni anni fa dall'allora sindaco Boccali con una conferenza in cui furono proiettate alcune diapositive, delle simulazioni di un progetto che però ancora non c'era. Non ci fu discussione, ma solo presentazione. Alcune resistenze ci furono perché sembrava che la nuova biblioteca dovesse sostituirne una già esistente, ad es. quella di Villa Urbani. Per il resto, tutti fummo d'accordo sulla necessità di una nuova biblioteca d'uso civico, diversa per funzioni ed utenza dalla Augusta, dagli Armeni, dalle biblioteche di quartiere. Qualche dubbio cominciò a nascere sull'umidità del luogo, ma non si ebbe alcuna occasione pubblica di confronto. Degli Arconi si è riparlato nell'autunno di anno scorso, allorché, passando per il Pincetto, abbiamo visto con sgomento che dal monumento medievale sporgevano tre aggetti di cemento, come se fosse una qualsiasi palazzina di periferia. Poi abbiamo saputo di lettere, di autorizzazioni, di timbri concessi o non concessi: ma la cittadinanza è stata tenuta all'oscuro di tutto fino a che le associazioni cittadine non si sono attivate per chiedere di fermare im lavori e riflettere insieme prima di rendere irreversibile (se già non lo è) lo scempio. Di partecipazione non c'è stata nemmeno l'ombra. E ora ne vediamo il risultato. Però, noi crediamo che la giunta Romizi, se non vuol passare alla storia come autrice di questo scempio, è ancora in tempo per fermare tutto, far abbattere il cemento e intanto chiamare i cittadini a una riflessione comune, a un confronto ampio con esperti, responsabili, cittadini tutti. Lo faccia al più presto.
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