San Bevignate e gli Arconi
Pare quasi che una questione sia usata come arma di distrazione di massa rispetto all'altra. Non ci stiamo. Gli Arconi del Sopramuro e il tempio di San Bevignate appartengono alla storia più autentica e popolare della Perugia repubblicana e comunale
Improvvisamente scompare ogni riferimento agli Arconi del Pincetto e scoppia un frenetico rilancio di quella sullo studentato a San Bevignate. L'allarme, lanciato da Italia nostra, sulla possibilità di una ripresa dei lavori a San Bevignate è stato subito cavalcato dalla Giunta comunale, a cominciare da quegli assessori che più si sono spesi a favore dello scempio degli Arconi, come l'assessore vice-sindaco. Pare quasi che una questione sia usata come arma di distrazione di massa rispetto all'altra: non assistiamo, infatti, a una difesa corale e indipendente del nostro patrimonio artistico, come dovrebbe accadere in una città come Perugia. Macché: si polemizza contro un intervento distruttivo solo se questo è addebitabile alla parte politica avversa. Non ci stiamo. Il deprecabile silenzio sullo scempio degli Arconi deve cessare, e subito. Gli Arconi del Sopramuro e il tempio di San Bevignate appartengono alla storia più autentica e popolare della Perugia repubblicana e comunale: in entrambi i monumenti c'è la caparbia volontà del popolo perugino (quello del medioevo, beninteso) di dotarsi di luoghi di sovranità popolare. Cancellarli o aggredirli con il cemento vuol dire aver perso il senso della storia. E questo è ciò che temiamo sia accaduto. Basta con il polverone di parte: chi è responsabile dello scempio agli Arconi non parli d'altro, ma mediti sulle proprie responsabilità. E lo stesso faccia chi ha messo in moto l'aggressione a San Bevignate. Un po' d'onestà intellettuale e politica, finalmente.
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