Camminando per Perugia con Claudio Spinelli
Fotocronaca della camminata - LEGGI I COMMENTI
Sabato 18 aprile: il camminaPerugia è dedicato ai luoghi di Claudio Spinelli. Rivediamo la camminata nella foto-cronaca di Daniele Crotti. C’era anche la telecamera attenta e curiosa di Giampaolo Migliarini, per una telecronaca che Giovanni Paoletti metterà presto a punto. All’organizzazione ha contribuito, in maniera discreta ma decisiva, Vanni Capoccia. Alla Fontana maggiore, il gruppo dei camminatori (tra i quali c’erano la signora Olga, il fratello Nello, e altri parenti di Claudio Spinelli) si raduna attorno alle parole che il poeta dedicò al nostro principale monumento, simbolo di un bene comune e di una democrazia popolare. E con la Fontana, i due animali totemici dei Perugini, il Grifo ed il Leone, i cui originali si trovano esposti nell’atrio del Palazzo comunale. Subito dopo, è toccato a due negozi cittadini, anch’essi simbolo e punto di riferimento dei Perugini di tutti i tempi, Rufini e Sandri, con la celebre poesia che Spinelli dedicò a Pomice, lavorante di Rufini, e al comò stejato. Il gruppo si è diretto quindi verso via dei Priori, in direzione del rione di P. S. Susanna. La prima sosta è stata all’inizio di via del Dado, come pretesto per la poesia sulla pronuncia tutta perugina della “d” di dado. Altra sosta in via Vermiglioli, accanto al palazzo di Giovan Battista Vermiglioli di cui Spinelli narra come, nel 1822, salvò la Fontana dalla scempiaggine dei suoi concittadini: quasi un monito anche per l’oggi! Scesi poi in via Benincasa, davanti alle scuole, ci siamo fermati proprio davanti alle grate dei fondi in cui lavorò il padre di Spinelli, come leggiamo nella commovente poesia che lo ricorda. Risaliti in via dei Priori (non senza una sosta alla chiesa ortodossa, che si stava preparando alla Pasqua), siamo giunti alla chiesa di S. Teresa, per ricordare la predica del giovane prete che, farsi coraggio, fece ricorso al boccion del vino. Lì abbiamo ricordato personaggi e simboli di Porsusanna, come Rampino, Grinzetta, e la Viola, la campana di S. Francesco al Prato. Per giungere al cuore del mondo di Spinelli siamo risaliti per via del Poggio, dove siamo andati a ricercare la celebre finestra da cui si affacciava Ninni: e come per miracolo, alla finestra c’era davvero lei, la donna dei sogni, affacciata alla grata della finestra come ogni principessa delle fiabe, che ci ha accolto al canto della Serenata. Era Mariella Chiarini, accompagnata al pianoforte da Emilio Spizzichino, con alcune canzoni tratte da testi di Spinelli. Anche dopo il bis, è stato difficile far ripartire il gruppo, che avrebbe voluto sentire altre canzoni. Comunque siamo passati da via dell’Arco e, in piazza S. Paolo, siamo rimasti sul tema della nostalgia e del ricordo dell’infanzia. Più su, al Verzaro, due personaggi molto diversi, ma ciascuno caro a Claudio: Marianna Florenzi, con il suo amore segreto per Lodovico di Baviera, e il vetturino Rocco, sul ritmo scoppiettante dei settenari a riecheggiare gli zoccoli del cavallo. Non è mancato nemmeno un ricordo del loggionista del Morlacchi che, impietosito per il tenore allampanato che doveva spostare il soprano, gli consiglia affettuosamente di... facce du' viaggi! Poi, in Piazza Grimana, l’Arco Etrusco ci ha ricordato la mitica figura di Bari, cicerone un po’ alla buona ma che se la cava anche con il turista pitignino e insistente. Abbiamo preso a salire Corso Garibaldi, e in piazza Lupattelli abbiamo fatto una sosta a ricordare Ciccillo, strillone e cantante, che continuava a commuoversi al pensiero della sua mamma. Ed infine, mentre una pioggerella ci infastidiva ma non più di tanto, siamo giunti alla Sala Miliocchi, già sede della Società operaia di P.S.Angelo ed oggi sede della Associazione Vivi il borgo: qui, dopo aver letto la poesia che Claudio dedicò al suo maestro Guglielmo Miliocchi, siamo entrati nella sala dove era allestita una mostra di cimeli e ricordi dell’attività politica di Miliocchi, appartenenti al fondo di Adriano Piazzoli; il prof. Gianluca D’Elia ha illustrato la figura e la biografia del personaggio, ed i suoi rapporti con il giovane Spinelli. Un buon bicchiere di vino, a conclusione della camminata, è stato l’antidoto migliore contro l’umidità del tempo.
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