Anche le periferie hanno i loro diritti
La collettività è ancora sostanzialmente sana con un tessuto associativo attivo e diffuso. Quello che invece non funziona è l’assenza dell’Ente Locale
Visto l’interesse che sembra abbia avuto almeno a livello locale la precedente nota su ciò che resta del suo passato a San Martino in Campo, in attesa di risposte che probabilmente non verranno mai dall’Ente Locale e la Soprintendenza, ecco una seconda nota sulla vita del borgo oggi, soprattutto per lor signori, gli invisibili.
Intanto va premesso che la collettività è ancora sostanzialmente sana con un tessuto associativo attivo e diffuso. Quello che invece non funziona è l’assenza dell’Ente Locale nella sua azione di guida ad uno sviluppo sostenibile ed equilibrato attraverso la partecipazione attiva della cittadinanza soprattutto dopo la fine dell’esperienza circoscrizionale. Ecco alcuni limiti divisi per temi. L’urbanistica, che rappresenta l’aspetto più debole, registra palazzoni costruiti dove non dovrebbero essere, altre costruzioni all’interno dell’abitato si sono sviluppate attraverso il superamento dei cubaggi relativi alle concessioni comunali nel non rispetto del Prg, addirittura un’antica masseria è stata completamente demolita senza che venisse rispettato il vincolo imposto di una successiva ricostruzione conforme all’originale, così adesso si è creato uno spazio ampiamente degradato senza che nessuno senta il dovere di intervenire. Appezzamenti di terreno fertile un tempo coltivati restano abbandonati probabilmente in attesa che vengano resi fabbricabili in base ad una forte speculazione fondiaria già avviata ecc… La mobilità un tempo poteva giovarsi del servizio su rotaie della Fcu che collegava direttamente il paese con il capoluogo evitando così l’uso del mezzo privato. Oggi, invece, tutta la linea è in crisi per qualche sospettata incontinenza gestionale e il servizio pubblico viene fornito da grandi autobus che attraversano l’abitato creando situazioni di rischio per i pedoni. La situazione sta raggiungendo un livello tale di insostenibilità anche perché normalmente non vengono rispettati i limiti di velocità fissati per i mezzi privati. Il sistema formativo è ricco dei tre livelli scolastici di base, ma le loro sedi risultano sparse nel territorio e in genere senza i minimi requisiti per i parcheggi indispensabili almeno durante le entrate e le uscite degli alunni. Merita un giudizio critico anche la collocazione della direzione didattica del Circolo cui è stata destinata una sede precaria e provvisoria completamente isolata da tutto il resto. L’arredo urbano stesso presenta strade in un pietoso stato a causa di radici affioranti e scavi ripetuti e mai risistemati a regola d’arte. Il servizio di rimozione dei rifiuti è carente in quanto spesso non proporzionato alle utenze e quindi gli stessi a volte vengono abbandonati fuori dai cassonetti, come nella piazzetta centrale proprio a ridosso dell’ingresso di un importante centro di ricezione turistica con una notevole attività convegnistica. Per non parlare dell’intento punitivo operato dalla società di raccolta che si è permessa di togliere un importante centro di raccolta delle potature costringendo i cittadini al ricorso dell’isola ecologica di Collestrada. L’ordine pubblico, poi, non viene certo garantito dal nucleo operativo della stazione carabinieri situata a Castel del Piano, né dalla polizia municipale addirittura inesistente. Infine non certo per importanza un pensiero va rivolto al Tevere, un fiume un tempo considerato sacro e carico di storia, completamente lontano da ogni interesse dell’Amministrazione Comunale che continua a preferire altre aree di interventi dimenticando l’esistenza di un progetto di Parco Fluviale Territoriale Comunale che copre tutto il percorso del fiume da Villa Pitignano a San Martino in Campo.
Lauro Ciurnelli
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