Un nuovo impegno rinnova la speranza del recupero della Madonnuccia
L’intento lodevole è quello di suscitare un forte interesse sulla questione organizzando un ciclo di cinque serate con varie iniziative
Visto l’interessamento dell’informazione locale, è ormai noto che a San Martino in Campo, alla periferia di Perugia, esiste da anni il problema del recupero conservativo di affreschi di scuola peruginesca nella chiesetta della Madonnuccia che rischiano di perdersi. Intorno al caso ultimamente si è formato un gruppo di cittadini in rappresentanza della Pro Loco, il Centro Socio Culturale il Gabbiano e dell’ Unità Pastorale Santa Famiglia di Nazareth di San Martino in Campo. Collabora l’Ecomuseo del Tevere. L’intento lodevole è quello di suscitare un forte interesse sulla questione organizzando un ciclo di cinque serate con varie iniziative. Il progetto ormai è ben avviato e già sono state effettuate le prime tre proposte. Restano le ultime due. La prima per martedì 8 agosto con un intervento definito “romantico tra stelle e poesie”. C’è il contributo dell’Associazione Astrofili di Perugia e la lettura di testi poetici. La seconda per domenica 3 settembre che prevede una “passeggiata artistico-ecologica” con visita alla chiesina e il pranzo sociale al CVA che incontra la 38° Sagra della Scartocciatura. Resta, comunque, la necessità che l’intera area dove insiste il piccolo tempio venga controllata e recuperata. Esistono almeno due casi di grave disordine ambientale che vanno risolti. C’è un vecchio capannone ormai obsoleto costruito molti anni fa per la produzione avicola poi finita, con il tetto di eternit e probabilmente allora abusivo in zona agricola. La sua presenza è proprio a ridosso della chiesina incombendo come una minaccia. Inoltre c’è un terreno dove sorgeva un’antica masseria che fu completamente scaricata per essere poi recuperata nel disegno originale, come certifica l’atto di costruzione nr.807 del 06/08/2008 prodotto dal comune di Perugia e mai rispettato tanto che adesso la situazione presenta un oscuro futuro urbanistico.
Lauro Ciurnelli
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