La strage di pesci nel Tevere del luglio 2008
Avevano ragione il Direttivo del Circolo di Legambiente di Perugia e il locale comitato popolare. Avevano denunciato come nel territorio di Perugia continuavano a perpetuarsi situazioni aziendali incompatibili con il principio della sostenibilità
Nei giorni scorsi la stampa locale riferiva che “la Cassazione ha confermato il riconoscimento del danno morale” addebitabile ad un’azienda sviluppatasi sulla riva destra del Tevere a Ponte Valleceppi sulla strage di pesci avvenuta nel luglio 2008. La notizia va ripresa perché suona come riconoscimento dell’avvocato responsabile del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Umbra, dell’Arpa regionale e del Noe (nucleo operativo ecologico dei carabinieri). Attesta anche che avevano ragione il Direttivo del Circolo di quell’associazione ambientalista, poi disciolto d’imperio, e il locale comitato popolare. La loro vigilanza volontaria sullo sviluppo urbanistico aveva denunciato continuamente come nel territorio comunale di Perugia continuavano a perpetuarsi situazioni aziendali a delinquere assolutamente incompatibili con il principio della sostenibilità. Rischiando, come poi è avvenuto, di essere sottoposti ad azioni minacciose e intimidatorie.
Lauro Ciurnelli
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