Magari se prenda 'na pasticchetta
Il problema non è tanto il porre un diritto contro un altro diritto: è piuttosto chiedersi come possa un cittadino difendere il proprio diritto alla quiete notturna, diritto che del resto le disposizioni comunali garantirebbero a partire dalla mezzanotte
Conosco ben poco della vicenda che Paolo Bartoli riassume e commenta nell'articolo Aridatece gli spacciatori, ma sto ovviamente - a me, almeno, pare ovvio - dalla parte di chi vuole occupare una piazza pubblica con il gioco e i rimbalzi di una palla, piuttosto che con lo spaccio e il consumo di sostanze velenose - droga, soprattutto, ma anche il gas di scarico di macchina parcheggiate più o meno abusivamente. Volevo però aggiungere una postilla al ragionamento sul rumore improprio che per tutta l'estate i cittadini sono obbligati a subire da parte di bar e ristoranti all’aperto, e soprattutto dalle decine e decine di sagre sparse su tutto il territorio cittadino e provinciale. Personalmente abito a Ripa, dove ve ne sono ben due in estate, la seconda delle quali della durata abnorme di dieci giorni (più undicesimo riservato a chi vi ha lavorato negli altri dieci). Come (quasi) tutte le altre sagre, anche quella del tartufo ha ben poco di sacrale, servendo solo a finanziare la società di calcio locale. Ma, a parte questa stortura ormai neanche più percepita, c'è il fatto che la musica e gli altoparlanti mandano i loro rumori per tutta la zona, senza remore o cautele. Per alcuni anni ciò è avvenuto fino alle tre o le quattro di mattina (alle mazurche per i più anziani, all'una si apriva la cosiddetta 'discoteca' per i giovani); ora si finisce invece all'una, una e trenta, e ciò tutte le sere, per undici giorni di fila. Ho chiamato più volte in passato vigili e polizia segnalando l'abuso e il disturbo della quiete pubblica, ma la risposta è stata sempre la stessa: "Ma lei crede che noi, avendo solo una pattuglia che gira di notte per tutto il comune di Perugia, possiamo badare anche a queste cose? Inoltre la legge ci dice che dobbiamo coglierli in fragrante, e come faremmo, arrivando magari due ore dopo la segnalazione? Quindi nemmeno ci proviamo". Ed è questo il punto al quale volevo arrivare: il problema non è tanto il porre un diritto contro un altro diritto, come scrive la redazione a commento dell'articolo di Bartoli; è piuttosto chiedersi come possa un cittadino difendere il proprio diritto alla quiete notturna, diritto che del resto le disposizioni comunali garantirebbero a partire dalla mezzanotte. Chi mai vigila su questo diritto? E perché, in questo paese, chi fa più casino vince sempre contro chi ama di più il silenzio? Aggiungo infine il suggerimento che un solerte vigile mi ha regalato una notte dopo la mia chiamata e la richiesta di intervento: "Tocca che se rassegni. Magari se prenda 'na pasticchetta. Aiuta."
Roberto De Romanis
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