La pressione sul Nodo e la democrazia partecipata
Evidentemente poche persone si ritengono padrone del destino di tutti senza coinvolgere nessuno. Verrebbe quasi da credere che la protervia del potere di interessi anche personali a lungo andare elimina le più forti volontà di salvaguardia di beni comuni irripetibili quali quelli ambientali
Il Consiglio Regionale ultimamente ha approvato una mozione che rinforza l’urgenza della realizzazione del Nodo di Perugia. Almeno nel secondo tratto che va da Sant’Andrea D’Agliano al Policlinico. Favorevoli quasi tutte le forze politiche di sinistra e di destra. C’è qualcuno addirittura che esprime grande soddisfazione per l’atto!
Evidentemente poche persone si ritengono padrone del destino di tutti senza coinvolgere nessuno. Anche le vecchie ideologie sono state finalmente dimenticate. Lentamente, quindi, si compie il destino del patrimonio paesaggistico che ancora caratterizza la zona sud del comune di Perugia. Così semplicemente senza porre alcuna riflessione. Mentre le autorità preposte alla salvaguardia dell’ambiente, soprattutto l’assessorato al comune di Perugia e la Soprintendenza ai beni paesaggistici dell’Umbria, non hanno alcuna obiezione da porre. Ma la parte più triste di tutta la vicenda sta nel fatto che alcuni anni fa sullo stesso problema si mobilitarono associazioni ambientaliste e comitati civici popolari di protesta. Eppure l’intera opera di collegamento stradale presenta gli stessi gravissimi rischi per l’ambiente di allora anche adesso. Si tratta, ripetiamo, del profondo sconvolgimento di alcune delle ultime zone paesaggistiche del territorio sfuggite finora alla violenza delle cementificazioni. Verrebbe quasi da credere che la protervia del potere di interessi anche personali a lungo andare elimina le più forti volontà di salvaguardia di beni comuni irripetibili quali quelli ambientali che rappresentano la ricchezza del cosiddetto cuore verde d’Italia
Lauro Ciurnelli
|