Il ritorno del Bartoccio
Rappresentava una presenza critica nella Perugia papalina con le sue bartocciate in dialetto perugino contro i potenti e i signori di sempre: anche oggi resta l’esigenza di una voce irriverente e satirica
Bartoccio, maschera di carnevale, disegno di Marco Vergoni Sabato 22 aprile presso la sede del Tieffeu “Teatro di Figura” di Mario Mirabassi si è tenuta l’assemblea annuale dei soci della Società del Bartoccio. L’ordine del giorno fra i vari argomenti prevedeva il rinnovo degli incarichi e il tesseramento 2017. Per il prossimo biennio si è deciso di cooptare tutti i presenti per ampliare il Consiglio Direttivo. La maschera del Bartoccio è stata recuperata da Renzo Zuccherini e adesso dovrebbe essere rilanciata. L’immagine era ed è quella di un paesano venuto dal Pian del Tevere e che compariva nell’acropoli durante il carnevale. Rappresentava una presenza critica nella Perugia papalina con le sue bartocciate in dialetto perugino contro i potenti e i signori dell’epoca e di sempre. Dava voce a tutti coloro che generalmente vivono una posizione di sottomissione. Il governo pontificio cercò di annullare un anonimato difficile da digerire. Successivamente il Bartoccio dopo l’unificazione d’Italia “fu assunto a simbolo di indipendenza e liberazione”, come dice una nota di presentazione del programma 2013. Oggi ovviamente i tempi sono cambiati, ma non del tutto e forse resta l’esigenza di una voce irriverente e satirica.
Lauro Ciurnelli
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