Traffico e parcheggio selvaggio pongono una questione di sicurezza
Scriviamo queste cose non per seminare paura. Ma proprio perché non vogliamo darla vinta alla paura
Nel dibattito apertosi a Perugia sul traffico e parcheggio selvaggio nel centro della città c'è un argomento che ci pare non sia stato toccato e, invece, pensiamo non debba essere sottovalutato: il fatto che viviamo in tempi nei quali di nuovo si devono fare i conti con il terrorismo. A proposito di questo abbiamo sentito dire da Presidenti del consiglio, ministri degli Interni, comandanti della Polizia e Carabinieri che in Italia abbiamo servizi attrezzati più di altri a contrastarlo, perché da sempre siamo impegnati su questo versante e che, per lo stesso motivo, i cittadini sono attenti nel notare situazioni sospette e pronti ad avvertire le forze dell'ordine. Una cosa positiva, rassicurante, ma per quanto riguarda Perugia ci chiediamo come un cittadino possa capire se automezzi in luoghi a rischio siano sospetti. Certamente nessuno si allarmerebbe vedendo furgoni parcheggiati davanti all'ingresso della Cattedrale. E chi s'insospettirebbe per un'auto all'ombra delle Logge di san Severo del Palazzo dei Priori, quando lì è stata beccata pure l'automobile di un'assessora. Mentre, specialmente di mattina, i piantoni di servizio davanti al Tribunale in piazza Matteotti potrebbero preoccuparsi solamente se vedessero la piazza sgombra di auto e furgoni. Così come a nessuno passerebbe per la testa di telefonare al 113 nel vedere al di fuori dell'orario consentito automezzi nell'isola pedonale di Corso Vannucci. Constatando che tutte le mattine vi è un via vai continuo di auto e furgoni con alcuni di questi che entrano persino contromano da Piazza Italia: viene la pelle d'oca ad immaginare cosa potrebbe succedere se un malintenzionato inforcasse a tutta velocità il corso da quella parte. A Perugia risulta normale anche la distesa di auto addossate al muro esterno della scuola di lingue estere dell'esercito nel convento di Santa Giuliana. Forse il luogo più a rischio della città, è una caserma, dentro vi sono militari che studiano. La frequentò persino l'appena eletto presidente della Commissione europea prof. Prodi. Per non parlare di quello che succede dopo le 21,00, una confusione totale nella quale un attentatore nuoterebbe come un pesce nell'acqua. Scriviamo queste cose non per seminare paura. Bazzichiamo tutti i giorni il centro di Perugia e vogliamo continuare a farlo. Ma proprio perché non vogliamo darla vinta alla paura pensiamo sia indispensabile che nei luoghi della città più a rischio terrorismo vi sia meno confusione possibile, in modo che chiunque possa accorgersi di situazioni anomale e che vi siano visibili persone in divisa che mostrino tangibilmente che ci si preoccupa della tranquillità dei cittadini. Le nostre sono preoccupazioni ovvie di chi vuole bene a Perugia e ai perugini e crede che non ci si possa affidare allo stellone pensando “perché proprio a Perugia?”. Forse pensavano la stessa cosa anche a Nizza e sappiamo cos'è successo nel lungomare pedonale di quella città. Siamo certi che considerazioni simili le abbiano già fatte, valutate e ponderate con la giusta attenzione anche Sindaco, Prefetto, Questore, Comandante Legione Carabinieri.
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