Ztl di Perugia ridotta e risicata
La Giunta comunale sperimenta con improvvisazione e intanto paga consulenti per la redazione del Pums, che senso ha?
Ztl sempre più ampie, zone 30, intermodalità, pedonalità e ciclabilità urbana, sono queste le strategie su cui puntano la maggior parte dei capoluoghi italiani, da Torino a Palermo, passando da Pesaro, Milano, Bari. A Perugia invece, in assurda controtendenza e con un approccio anacronistico, si decide di ridurre “sperimentalmente per un anno” la già risicata zona a traffico limitato, aprendo le strade del suo bellissimo centro storico al transito e, grazie a una sostanziale mancanza di controlli e tolleranze varie, al parcheggio selvaggio delle auto, che molti cittadini documentano indignati ormai quasi quotidianamente con foto e video condivisi sui social (https://www.youtube.com/watch?v=zTkEbivoTUg). La logica, ci raccontano, dovrebbe essere favorire le attività commerciali dell’urbe o comunque favorire l’accesso delle auto al centro della città, fatto sta che le “misure” partorite da Palazzo Priori per agevolare il transito e la sosta dei veicoli a motore si sono accavallate in questi mesi, in maniera tale che già oggi ci si può chiedere che senso abbia aver programmato riunioni e concertazione nell’ambito della imminente redazione del Pums, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, che dovrebbe costruire il processo organizzato e partecipato per gestire e orientare la mobilità urbana di Perugia verso una maggiore sostenibilità. “Se da queste azioni dobbiamo dedurre quali siano le vere politiche sulla mobilità della Perugia del futuro che hanno in mente gli amministratori comunali, che senso ha aver investito importanti risorse pubbliche per finanziare il Pums" - commenta Maurizio Zara, vicepresidente di Legambiente Umbria; "invece di usare questo strumento di pianificazione per programmare le opportune strategie di mobilità sostenibile nel capoluogo umbro, si preferisce fare curiose sperimentazioni che poi non fanno altro smontare e svalutare sul nascere lo stesso PUMS oltre che portarci dritti indietro di cinquant’anni, in direzione opposta a quanto realizzato dalle politiche urbane di cui sono sempre più protagoniste tantissime città italiane ed europee”. Sorprende che al giorno d’oggi ci sia ancora l'illusione che diminuendo la Ztl e liberando l'accesso del centro alle auto si faccia tornare vivo il centro storico e si aumentino gli acquirenti delle attività commerciali, il tutto senza che siano stati mai arrestati i contestuali e devastanti fenomeni di dispersione urbana (urban sprawl) degli ultimi quarant’anni con la proliferazione senza controllo di centri commerciali e la periferizzazione di residenza e servizi, resi possibili proprio dall’uso e dall’abuso insostenibile dell’automobile. Sorprende ancora di più che la Giunta comunale perugina adotti queste decisioni proprio a ridosso dell'avvio della progettazione del Pums, ovvero dello strumento adatto a far valere gli interessi condivisi di cittadini e commercianti all’interno del quadro strategico e di lungo periodo (orizzonte temporale decennale) della mobilità sostenibile della città, e che ha l'obiettivo di migliorare la qualità della vita nella città, la qualità dell’aria, la fruizione degli spazi urbani e la rivitalizzazione del tessuto urbano, tenendo insieme le politiche urbanistiche e ambientali, con quelle del commercio e della mobilità. “Improvvisazione è il giudizio gentile che ci viene in mente per descrivere l'operato dell'assessore Casaioli e della giunta tutta – conclude il vice presidente di Legambiente Umbria – l'auspicio è che la Giunta del Comune di Perugia si renda ben presto conto dei suoi errori e si metta a lavorare con serietà e impegno al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Perugia, ovvero lo strumento adatto a ragionare, ed eventualmente sperimentare, soluzioni e idee veramente utili”.
Legambiente Umbria
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