Rifiuti: il mondo dei sogni dell'assessore
...e la realtà dei numeri. L’Assessore all’Ambiente del Comune si ostina a difendere l’indifendibile. Raccoglincentro, così come strutturato dal Comune di Perugia, è stata una perdita di tempo e denaro. E la raccolta differenziata è passata solo dal 63% ad una percentuale asserita del 64,72%
Per il M5S non si spiega il pervicace atteggiamento dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Perugia, che si ostina a difendere l’indifendibile. I rifiuti e Gesenu la fanno da padrone. Innanzitutto, si insiste con il fornire i soli dati della raccolta differenziata, senza indicare quelli del riciclo (tra tre anni per obbligo di legge dovremo essere capaci di riciclare il 50% dei rifiuti raccolti!). In secondo luogo, il centro storico di Perugia rappresenta il 5% dell’utenza totale del servizio, aveva un sistema di raccolta che di fatto funzionava e che Romizi e Barelli pensavano di sostituire con i cassonetti interrati (ipotesi sventata dal M5S), quando i dati forniti su Raccoglincentro, con i cassonetti mobili, voluto dal M5S, è quello che dà i migliori risultati (punte dell’85%), ma l’hanno sacrificato per distribuire mastelli, che i cittadini non volevano e a ragione, per motivi di scomodità e di carattere igienico sanitario. Il sistema di raccolta differenziata precedente a Raccoglincentro aveva permesso di raggiungere una media di RD del 63%, mentre il nuovo sistema (del costo di quasi due milioni e cinquecentomila euro) ha portato ad una percentuale asserita di circa il 64,72%; due punti scarsi di incremento, tanto che il Dirigente del servizio ha giustamente contestato che l’investimento non ha dato i frutti che doveva dare. L’urgenza vera era intervenire sulla raccolta stradale che a tutt’oggi rappresenta il 20% della raccolta totale, con un misero 31% di RD (dato di aprile 2016). Urgeva migliorare il modello raccolta Tris che ancora prevede un sistema di raccolta dell’organico di tipo stradale, che inficia la qualità stessa della frazione organica, che poi finisce in discarica. La Giunta Romizi ha di fatto bruciato delle risorse importanti, intervenendo con risultati scarsi nell’unica parte della città dove vigeva un sistema di raccolta ad intensità, che copre il 5% della popolazione. Per il centro storico, occorreva il passaggio alla tariffa puntuale e se si intendeva cambiare sistema si sarebbe dovuto fare con un unico modello efficace, quello proposto dal M5S, il cassonetto mobile, sul modello Carretta-Caretta, da strutturare adeguatamente. Si sarebbero realizzati contestualmente almeno quattro obiettivi: risoluzione dei problemi di decoro urbano e di carattere igienico sanitario, controlli più efficaci sugli evasori, qualità della raccolta, applicabilità immediata della tariffa puntuale. Tutti i dati di realtà più virtuose, nonché le proiezioni del Piano regionale rifiuti dimostrano che per superare la soglia del 65% della RD (già obiettivo 2012 non realizzato da Gesenu, con tanto di applicazione di penali) occorre la tariffa puntuale. Raccoglincentro, così come strutturato dal Comune di Perugia, è stata una perdita di tempo e denaro e ha danneggiato la qualità della raccolta. Tanto che con tutta probabilità, a breve, si scoprirà che il 2016 ci regala un incremento della produzione di rifiuti, per almeno 1500 tonnellate a fronte di una raccolta differenziata che si riduce rispetto al 2015 di quasi mille tonnellate. E, altro dato importante, la percentuale di RD, in realtà, con la gestione Romizi, di fatto, scende, essendo la percentuale totale sostenuta dalla raccolta ed invio a recupero dello spazzamento stradale, perché obbligo di legge. Senza questo dato avremmo, infatti, una flessione della percentuale di RD; che forse, comunque, avremo, sarà da vedere, se la Regione conteggerà come fatto lo scorso anno la sola percentuale di spazzamento recuperata e non il dato della raccolta. Inseguire i soli obblighi di legge peraltro disattendendoli sistematicamente, non ci porterà lontani e i dati parlano chiaro. Ma per l’Assessore Barelli va tutto bene…tanto i soldi sono di Pantalone!
Fabrizio Ercolanelli e Cristina Rosetti
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