Cremazione, una scelta dimenticata
È inaccettabile come questo rito non possa più svolgersi da tempo a Perugia dove la prima associazione risale addirittura all’anno 1885
Molto opportuno è il servizio apparso sula stampa locale, con l’intervento di Alessandro Petruzzi, presidente di Federconsumatori, sulla cremazione in Umbria e gli interessi speculativi del servizio da parte dei vari comuni. È inaccettabile come questo rito, che rappresenta una precisa scelta culturale, non possa più svolgersi da tempo a Perugia dove la prima associazione risale addirittura all’anno 1885. La cremazione ha una sua “attualità di concretezze date dall’evolversi delle esigenze della società di carattere urbanistico, igienico, ecologico” come scritto nell’opuscolo di presentazione del convegno “Cremazione, libera scelta di civiltà” organizzato dall’associazione perugina il 14 luglio 2003. L’unico impianto regionale di Perugia è inagibile da tempo e il nuovo non ha una scadenza visto che inizialmente era stata diffusa a mezzo stampa la notizia della riapertura di una nuova struttura per questo mese di febbraio. Intanto i familiari del defunto continuano a compiere una triste e più onerosa peregrinazione fuori regione. Così è da ricordare che ogni tanto si parla dell’apertura di un approfondimento sul ricorso all’eutanasia e alla regolamentazione della scelta del fine vita attraverso la stesura di un testamento biologico per evitare inutili accanimenti terapeutici che sembrava dovesse essere discusso in commissione che però non vede mai la luce.
Lauro Ciurnelli
|