Fare libri e lettori
Una indagine su produzione, consumo e fruizione del libro in Umbria: una realtà produttiva vivace, ma anche difficoltà nel reperire un suo spazio nel mercato
Mercoledì 21 dicembre, alla Sala della Vaccara di Perugia, si è tenuto un incontro pubblico dal titolo “Fare libri e lettori. Indagine su produzione, consumo e fruizione del libro in Umbria”, coordinato da Roberto De Romanis e organizzato dal gruppo Farelibrielettoriinumbria, con l’adesione dell’Associazione degli Editori Umbri, della sezione regionale dell’Associazione Italiana delle Biblioteche e di Umbrialibri. Nel corso dell’incontro, a cui ha partecipato un folto pubblico di operatori del settore e di cittadini interessati, sono stati presentati i dati di un’inchiesta che Farelibrielettoriinumbria ha svolto in questi ultimi mesi sullo stato della filiera del libro nella nostra regione: relativi quindi alle imprese che operano nel settore editoriale, nella distribuzione e vendita del libro, alle biblioteche e ai loro frequentatori, ai lettori nelle loro varie tipologie. Ne è emerso un quadro interessante che, se da una parte descrive una realtà produttiva vivace, rappresentata da una sessantina di editori distribuiti soprattutto nel territorio e nella provincia perugina (circa 50 imprese, queste ultime, tutte medio-piccole), dall’altra ci racconta delle difficoltà che il libro a stampa trova oggi nel reperire un suo spazio nel mercato. Le librerie in Umbria sono infatti appena 60, affiancate in questa attività da circa duecento punti-vendita tra cartolerie, cartolibrerie ed edicole. E se alle librerie continua a rivolgersi comunque oltre il 72% di tutti quelli che vogliono acquistare un volume, in tante zone della regione – e non solo quelle più isolate – sono spesso le edicole a rappresentare l’unico presidio per la carta stampata. C’è un dato però molto incoraggiante che proviene dalle biblioteche – oltre 400 in Umbria, alle quali vanno aggiunte le biblioteche scolastiche sempre difficilmente censibili – e un altro che riguarda il numero dei lettori, che in Umbria, grazie a delle stimolanti e intelligenti iniziative di invito alla lettura, come “Nati per leggere” e “Progetto In Vitro”, ha fatto registrare nell’ultimo biennio un incremento del 5%, con il risultato che il 44% della popolazione umbra legge almeno un libro all’anno. Al dispiegamento dei dati prodotti dall’indagine, è seguito un acceso dibattito con la partecipazione di editori, librai, insegnanti e gli organizzatori di Umbrialibri, tutti invocando nei loro interventi la necessità di riannodare la filiera in tutte le sue parti, da chi il libro lo inventa e lo produce, a chi lo distribuisce e lo vende, a chi infine lo consuma e ne fruisce. Si è sottolineata da più parti anche l’urgenza di stimolare un mercato della domanda piuttosto che dell’offerta, indagando sui gusti e le abitudini di un pubblico di lettori oggi sempre più abituato dalle nuove tecnologie a praticare la lettura in modo assai diverso da quanto si era abituati a fare fino a solo un decennio fa. Nelle conclusioni del dibattito, si è ribadito quanto sia necessario mettere in campo strategie che possano favorire il consumo di libri, a partire da quelle miranti a incentivare la lettura, per un progetto ampio, a beneficio dell’economia del nostro territorio e della sua cultura, che in quanto tale ha nel libro uno dei suoi strumenti ancora fondamentali. Un progetto la cui importanza non può essere trascurata dagli enti pubblici, dalla Stato alla Regione ai Comuni, e la cui capillarità richiede appunto tutto il loro sostegno, la loro diretta partecipazione; a fianco al coinvolgimento della scuola e dell’università, quei luoghi dove andranno creati, oltre ai nuovi lettori, quelle nuove figure professionali in grado di inventare una fabbrica di libri idonei ai lettori e alla lettura del XXI secolo.
(foto: da Umbriajournal)
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