Il lavoro in Umbria: inchiesta sulla disoccupazione
Alcuni disoccupati a Perugia denunciano ritardi nel pagamento degli indennizzi
La crisi internazionale, come previsto, si sta ripercuotendo anche nel nostro Paese. Il Governo si è detto pronto a sostenere tutti quei lavoratori che si troveranno in difficoltà nei prossimi mesi ma è stato netto il rifiuto sulla mozione proposta dal segretario del PD Franceschini che proponeva un assegno mensile anche per i lavoratori precari, quelli cioè fuori dall'accesso agli ammortizzatori sociali previsti dall'Inps. Forte di questa posizione, la maggioranza al Governo è stata chiara sul rifiuto della proposta, sostenendo come accrescere il debito pubblico in termini di Pil sia contrario alle direttive europee. L'inchiesta sulla situazione occupazionale umbra parte da una segnalazione, a cui è seguito un incontro con alcuni disoccupati, regolarmente iscritti alle liste di collocamento di Perugia, che hanno presentato a gennaio scorso la domanda per ottenere l'assegno di disoccupazione. Dopo tre mesi circa non hanno ricevuto nessun tipo di conguaglio, eppure le loro pratiche - come confermato allo sportello Inps - sono state accettate proprio nel mese di gennaio. La situazione diventa ancor più complessa se si considera come non ci siano, per molti di loro, altre fonti di guadagno e che in diversi casi ci siano famiglie a carico. Dirigenti amministrativi dell'Inps di Perugia hanno assicurato che il ritardo, oltre a quello fisiologico della liquidazione, si aggirerebbe intorno alla trentina di giorni e che ritardi eventualmente superiori sono solo una piccola percentuale rispetto al totale delle domande esaminate. Certo è che anche un solo giorno di ritardo, per molti disoccupati, diventa un calvario davvero difficile da saper gestire. Anche per quanto riguarda la “forza lavoro” dell'Inps c'è da far notare come dal 2007, dove erano occupati 561 dipendenti in tutta la regione Umbria, ora di effettivi ce ne siano 514, ovviamente con un carico di lavoro superiore alla media dovuto ai massicci licenziamenti dell'ultimo periodo. Il Direttore Provinciale dell'Inps di Perugia, Giovanni Gelli, ha affermato che il personale Inps si sta preparando ad una situazione d'emergenza come questa, operando sulla flessibilità lavorativa degli impiegati da inserire agli sportelli, attraverso un'adeguata formazione. Il tasso di disoccupazione in Italia è in netto aumento; rispetto al 2007 dove si registrava un tasso del 6.1%, nel 2008 l'Istat ha fissato il tasso al 6.7% e per il nuovo anno le previsioni non sono ottimiste. Confindustria stima per il 2009 un tasso intorno al 9%, quindi un ulteriore colpo alle cosiddette “fasce deboli” della società italiana. In Umbria la situazione è per certi versi ancor più sentita poiché i settori trainanti dell'economia umbra sono quelli dell'industria e dei servizi, proprio quei settori che ora sono tra i più colpiti dalla crisi internazionale. Tra cassa integrazione (Cig) e assegni per disoccupazione ordinaria e non, le richieste presso l'Inps sono in forte aumento in tutta la regione. I dati parlano chiaro; nel primo bimestre gennaio-febbraio 2008 le domande di assegno per disoccupazione ordinaria presentate all'ufficio Inps di Perugia furono 1.463 mentre nello stesso periodo di quest'anno le domande pervenute sono state 2.597. Un drastico aumento che il personale dirigenziale dell'Inps ha dovuto fronteggiare, in uno stato d'emergenza già iniziato a fine 2008, ammettendo di non essere preparato ad una situazione di questo tipo per quanto riguarda le domande di disoccupazione. Anche nei distretti di Terni e Città di Castello si è riscontrato un forte aumento delle richieste nei primi due mesi del 2009: Terni è passata dalle 301 domande (relative al bimestre gen-feb '08, ndr) alle 561 mentre Città di Castello da 228 a 394. Secondo uno studio effettuato dall'ufficio studi Kiron, la crisi in Italia ha causato anche un calo dell'erogazione di mutui ipotecari destinati alle famiglie per l'acquisto di case. L'erogato al terzo trimestre 2008 è stato di 12,6 mld, -10,11% rispetto allo stesso periodo del 2007 e per quanto riguarda il Centro-Italia la variazione percentuale è del -16%. La Conferenza Episcopale Italiana, grazie ad un accordo con l'Abi, ha istituito un fondo di garanzia per concedere prestiti alle famiglie in difficoltà. Il fondo, da circa 30 milioni, è in grado di generare prestiti per 300 milioni. Potranno farne richiesta di accesso le famiglie regolari con tre figli o malati a carico che abbiano perso ogni fonte di reddito. Continueremo a seguire nelle prossime settimane come si evolverà la situazione nei confronti dei disoccupati di Perugia che attendono l’indennizzo previsto dagli ammortizzatori sociali.
Luca Bellusci
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