Roma, Milano: e se guardassimo a Perugia?
L'assessore perugino all'ambiente non sa niente dello scandalo rifiuti, e querela chi dice il contrario. E intanto non fa niente contro le polveri sottili
Le vicende giudiziarie che in questi giorni hanno scosso le giunte delle due più importanti città italiane hanno fatto correre fior di commenti sulle reti sociali, anche da parte dei commentatori locali. Ciò è ovvio e comprensibile, ma si ha l'impressione che tutto questo fervore e questa attenzione stiano distogliendo lo sguardo da quello che sta succedendo a casa nostra, dove stanno venendo a galla comportamenti e reati nell'ambito della raccolta e "smaltimento" dei rifiuti. La magistratura segnala solo, per ora, generiche "responsabilità" degli organi che avrebbero dovuto svolgere compiti di sorveglianza. Invece l'assessore all'ambiente e vice sindaco di Perugia querela l'avvocato della associazione dei consumatori che lo aveva tirato in ballo perché "non poteva non sapere", visto che l'attuale assessore è stato fino a poco tempo fa l'avvocato dei comitati cittadini che denunciavano esattamente le cose che ora vengono a galla. L'assessore non sa niente: e se questo può andar bene sul piano giudiziario, perché l'inchiesta finora (per quel che sappiamo) non ha coinvolto né lui né chi lo ha preceduto, sul piano politico si presta certamente a una figura di incompetenza e assenza di capacità di svolgere il proprio ruolo. Una brutta figura politica che si somma, proprio in questi giorni, con l'assenza di interventi in materia di inquinamento da PM10: la motivazione è che non sono stati ancora sforati i termini di legge, ma la realtà è che la città è da settimane sotto la coltre delle polvere sottili. In altri tempi, su questo tema l'allora avvocato sollevava (giustamente) proteste e denunce; ora tace, evidentemente perché non osa sfidare le compere natalizie: della salute dei cittadini se ne riparlerà a gennaio: dopo i saldi, ovviamente.
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