La mì Passione
Rappresentazione teatrale itinerante della Passione di Cristo come era recitata nella campagna perugina del secolo scorso: Civitella d'Arna, Domenica 5 aprile
ore 21
La Passione di Gesù, recitata in dialetto perugino, è una delle numerose iniziative che la Proloco Arna di Civitella d’Arna ha in programma per l’anno 2009. Nella serata del 5 aprile alle ore 21, giorno della domenica delle Palme infatti sarà rappresentata la terza edizione de “La mì passione” che tanto successo ha avuto nelle prime edizioni. Lo spettacolo, che ha carattere itinerante, è messo in scena dal “Gruppo teatrale Città di Arna”, che si avvale di numerosi attori e figuranti locali, sia giovani e giovanissimi, che adulti, che la rendono molto sentita e di grande partecipazione popolare. Il testo, che si attiene rigorosamente all’autenticità della rappresentazione sacra, è un importante documento storico che Giuliano Bastianelli, di Ripa, appassionato della storia e della cultura locale, ha conservato nel tempo. Una anziana signora, Erminia Calzoni Bovini, di Montecapanno, nata nel 1863 e morta a Civitella d'Arna nel 1953, gli raccontava a memoria, nel periodo pasquale, quando lui era ancora un bambino, la storia della Passione di Cristo. Il racconto della donna, venne scritto e gelosamente conservato dallo stesso Bastianelli, che qualche anno fa, ne consegnò una copia alla Proarna. Da qui l'idea delle Proloco di Civitella d'Arna e Ripa di mettere inscena congiuntamente la rapprentazione, coinvolgendo, però l'intera comunità nella partecipazione attiva allo spettacolo. La regia è di Giuseppe Tufo che insieme a Lamberto Salvatori, cura anche la parte scenografica. Questa collaborazione permette, anche in piccoli borghi, la realizzazione di iniziative di notevole spessore, che fanno aggregazione e creano consapevolezza e senso di appartenenza, contribuendo così a rendere migliore sia la vita della comunità che la qualità dei rapporti sociali. Inoltre, questa rappresentazione da continuità al lavoro che da anni la ProArna sta sostenendo a favore della salvaguardia di un patrimonio inestimabile come il dialetto, cercando di contribuire per restituire la giusta dignità alla propria “lingua” anche attraverso rappresentazioni di grande interesse come può essere la Passione di Cristo. Nota storica: Lo spettacolo, si può collegare alle antiche Sacre rappresentazioni, che possono considerarsi come prima forma di teatro dell’occidente medioevale, essendo nate nelle Chiese intorno al VIII – IX secolo a supporto della liturgia del rito romano, introdotta in Europa da Carlo Magno e da Papa Adriano. La culla di queste Sacre rappresentazioni, fu il territorio perugino-assisano, dove venivano chiamate “Ripresentazioni”. La loro funzione, era quella di aiutare il popolo, che non sapeva leggere e non conosceva il latino, a capire meglio i misteri della fede cattolica attraverso azioni sceniche di facile comprensione. All’inizio queste rappresentazioni furono fatte dentro le Chiese, ma dopo il loro successo dovettero essere realizzate fuori di esse, soprattutto sui sacrati. Il tema principale di queste rappresentazioni era la vita di Cristo, e, in modo particolare, la sua Passione. La lingua utilizzata era il volgare parlato dalla gente. Tenendo conto di tutto ciò, si cercherà di riproporre questa forma di spettacolo, nel quale il nostro dialetto, richiamando le laudi di Jacopone da Todi, assurge a dignità di lingua capace di esprimere in maniera alta quella sofferenza umana che trova nelle parole della Madonna, sotto la croce, lo strazio per l’impotenza umana davanti al mistero della morte, che, solo nella resurrezione del Cristo, acquista il suo senso.
Lamberto Salvatori
|