MEDICI PER L’AMBIENTE A CONGRESSO, ALL’INSEGNA (ANCHE) DELLA DECRESCITA FELICE
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute n.11 - 4/2009
Fonte:
Onconews n. 1-2009, articolo di Gianfranco Porcile, membro CIPOMO e
referente ISDE Italia per la Provincia di Genova.
Una
nuova preoccupante minaccia per la salute di tutti è quella che
deriva dall’inquinamento chimico, che si verifica in maniera
continua e diffusa lungo tutta la filiera alimentare. Spesso i media
lanciano allarmi sui pericoli che possono derivare
dall’alimentazione: dalla BSE all’aviaria, dalla melamina alla
diossina nelle mozzarelle di bufala o nelle carni di origine
irlandese: continue emergenze, che spesso sfociano nell’allarmismo.
Ma il vero pericolo per la salute dell’uomo e del pianeta è il
bombardamento continuo, in particolare chimico, che subiscono i
nostri alimenti lungo tutta la filiera, dai fitofarmaci usati in
agricoltura ai conservanti, dai coloranti agli OGM. È una pandemia
silenziosa, un’intossicazione cronica, un avvelenamento progressivo
con sostanze chimiche presenti negli alimenti magari in quantità
consentite dai limiti di legge, che però vanno ad aggiungersi alle
altre sostanze chimiche ingerite o introdotte attraverso la
respirazione o il contatto cutaneo. Di questo si è parlato al
Congresso nazionale dell’Associazione Medici per l’Ambiente -
ISDE Italia svoltosi a Genova a Dicembre, intitolato “Inquinamento
delle catene alimentari e salute globale”. Da tempo, basando
l’agricoltura sulla chimica, i cicli bio-chimici naturali
(dell’azoto, del carbonio, dell’acqua, ecc…) sono alterati; i
fertilizzanti chimici persistono nell’ambiente per tempi
lunghissimi; il DDT, per esempio, non impiegato in Europa dagli anni
‘70, si riscontra ancora nel latte materno o nel grasso degli orsi
bianchi del Polo Nord. La preoccupazione di tutti è rivolta
all’igiene e alla prevenzione delle tossinfezioni alimentari, per
esempio da batteri ma, specie in Paesi come l’Italia, ci si
dovrebbe preoccupare molto di più dell’uso scriteriato degli
antibiotici: è stato calcolato che l’85% delle prescrizioni
mediche di antibiotici nel Nord del pianeta è inappropriato. E non è
tutto. Di recente, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha messo
in guardia nei confronti di una nuova classe di sostanze tossiche:
gli Interferenti Endocrini (IE). Si tratta di un gruppo eterogeneo di
sostanze che può interferire con il normale funzionamento del
sistema endocrino attraverso svariati meccanismi e bersagli
(recettoriali, metabolici, eccetera). Studi epidemiologici e
sperimentali hanno dimostrato che questi composti hanno effetti
nocivi sulla salute riproduttiva e lo sviluppo pre e post natale. Ma
esistono indizi che possano favorire anche, il rischio di specifici
tumori quali quelli del testicolo, della prostata, della mammella,
dell’utero. E la principale via di esposizione a IE per la
popolazione generale è l’alimentazione e in particolare, il
consumo di alimenti a elevato contenuto lipidico. Il Congresso è poi
passato a tematiche che rivestono anche valenze economiche e sociali
come l’inquinamento da OGM e la necessità, da una parte, di
un’agricoltura biologica e, dall’altra, di una filiera corta che
riduca i trasporti, spesso inquinanti, dai costi economici tanto
elevati quanto evitabili, e l’impiego di conservanti. In ultimo, la
sessione più squisitamente politica si è soffermata sulla necessità
di un nuovo modello di sviluppo ecologicamente sostenibile: una
soluzione, non l’unica, ma certo una delle più affascinanti, è
quella che è propugnata in Italia da Maurizio Pallante sotto il nome
di “Decrescita felice”. Il suo fondatore, il francese Latouche,
così la descrive: “Decrescita è un termine esplosivo, che cerca
di interrompere la cantilena dei drogati del produttivismo.
Decrescita significa abbandono radicale dell’obiettivo della
crescita, un obiettivo il cui motore non è altro che la ricerca del
profitto da parte di detentori del capitale e le cui conseguenze sono
disastrose per l’ambiente. Si potrebbe parlare di A-crescita,
poiché si tratta di abbandonare la fede e la religione della
crescita, del progresso e dello sviluppo”. E, in fondo, proprio
questo è il messaggio più forte emerso dal congresso: se si
vogliamo ammalarci di meno dobbiamo mangiare più sano, cioè
cambiare del tutto la direzione della privatizzazione di ciò che è
comune, come l’acqua e le fonti di energia, salvaguardando davvero,
i boschi, il sottosuolo, il territorio, in una parola quanto
definiamo, con un termine spesso abusato, ambiente.
Info:
gianfranco.porcile@fastwebnet.it
Gianfranco Porcile - referente ISDE Italia per la Provincia di Genova.
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