Intervenire prima che il sisma avvenga
In Umbria non ci sono state le distruzioni e le morti che ci sono state a pochi chilometri di distanza: se le abitazioni vengono ricostruite come si deve reggono un terremoto come quello che abbiamo appena avuto
Per anni e quasi tutte le domenica con gli amici siamo andati a camminare nella zona di Colfiorito, in Valnerina, nei Sibillini. Prima del terremoto del 1997 vedevamo paesini in condizioni degradate abitati da pochi anziani, si vivificavano ad agosto quando tornava da Roma chi vi si era trasferito per lavoro o il loro figli. Dopo il terremoto solo macerie e case puntellate. Gli abitanti in invivibili contenitori di metallo prima, in accoglienti casette di legno dopo sono sempre rimasti, e fatti rimanere, accanto a quanto rimaneva dei loro paesi. Successivamente abbiamo visto allestire cantieri e quei paesi ritornare a vivere più accurati, più accoglienti, più abitati di prima. Ora quella zona è stata colpita di nuovo dal recente terremoto, ma in Umbria non ci sono state le distruzioni e le morti che ci sono state a pochi chilometri di distanza nell'altro versante dei Sibillini. Danni ci sono stati ma sopportabili, ciò significa che si può far rinascere un territorio restaurandolo senza rubare altro terreno al paesaggio e che se le abitazioni vengono costruite, ricostruite o restaurate come si deve reggono un terremoto come quello che abbiamo appena avuto. A dimostrazione che nelle zone a rischio sismico bisogna intervenire prima che il sisma avvenga. Questa dovrebbe essere la vera emergenza italiana, che se attivata non solo salverebbe persone e case, ma sarebbe un importante volano per l'economia come in quelle zone umbre terremotate nel '97 sanno benissimo.
Vanni Capoccia
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