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Mario Petri, le serenate del ciclone da Perugia ai teatri del mondo
Gran bel romanzo il racconto della vita di Mario Petri. Iniziata nell'Italia rurale del fascismo, proseguita in quella del boom economico, della “dolce vita” e della contestazione giovanile

Sotto gli ombrelloni di quest'estate circondato dal popolo dei tablet con i miei libri di carta.mi sono sentito un indio dell'Amazzonia. Uno di questi “Le serenate del Ciclone” di Romana Petri. Memoria familiare condotta, e non poteva che essere così, sul filo del melodramma, nel quale la scrittrice da voce alle emozioni vissute accanto al padre. Ripercorrendo con sottile melanconia l'esistenza di Mario Petri, basso baritono che ebbe grande successo come cantante lirico e fu interprete anche di numerosi film mitologici.

Circa seicento pagine che si fa fatica ad abbandonare, che vanno dalla nascita a Perugia di Mario Pezzetta, nome all'anagrafe di Mario Petri, nella casa mezzadrile di Cenerente; agli anni giovanili trascorsi in una città nella quale si conoscevano tutti e tutti avevano un soprannome e Mario non a caso era 'l Ciclone; al successo nella lirica e nel cinema.

Ciclone per il fisico imponente, per l'irruenza messa nel vivere, per le scazzottate con i soldati inglesi in Corso Vannucci. Una vita vitellona condotta al bar Vitalesta, cantando serenate per sé e per gli altri sotto le finestre delle belle, fino alla partenza per Roma alla ricerca di un percorso che conducesse nel mondo della lirica. Strada che troverà pagandosi le lezioni di canto facendo il pugile, arrivando alla Scala di Milano e ad un successo tale che gli farà incontrare il maestro von Karajan, “la Maria” Callas, Giulietta Simoniato con la quale ebbe una storia e che poi fu l'artefice del suo ostracismo. Motivo per cui abbandonerà la lirica per diventare attore nei film mitologici, ma alla quale tornerà per giungere al punto al quale arrivano tutti gli artisti, quello nel quale si percepisce che qualcosa nel successo comincia a scricchiolare. Una condizione che esacerbò ed immalinconì Mario Petri che, di punto in bianco, abbandonò i palcoscenici per trasferirsi in un cascinale di Città della Pieve.

Gran bel romanzo il racconto della vita di Mario Petri. Iniziata nell'Italia rurale del fascismo, proseguita in quella del boom economico, della “dolce vita” e della contestazione giovanile. Un'esistenza della quale oltre a Petri e la musica sono protagonisti Perugia ed il suo dialetto che Romana Petri dimostra di saper padroneggiare e cogliere nella sua vividezza. Un romanzo che ha avuto meritati riconoscimenti e che è un peccato sia passato inosservato nella città natale del protagonista dove, ad eccezione di un bell'articolo di Anton Carlo Ponti sul Corriere dell'Umbria, è passato inosservato. A riprova dell'esistenza di un ceto culturale e giornalistico perugino piccolo. Perennemente arrovellato intorno al proprio omberlico. Incapace di accorgersi di quello che accade al di fuori dell'angusto mondo racchiuso dentro le mura della città dalla quale il Ciclone è volato via.




Vanni Capoccia

Inserito lunedì 15 agosto 2016


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Commenti

Nome: Giulia rondini
Commento: lo acquisterò, grazie della segnalazione

Nome: Gina
Commento: Recensione molto bella, invoglia alla lettura del libro

Nome: Nene
Commento: Caro Vanni, quanto dici è vero, a proposito del buon libro di Romana Petri, la figlia romana, appunto, del nostro Pezzetta, cui potrei aggiungere altre puntualizzazioni, in particolare alcuni errori geografici nel volume riportati, dei quali l'autrice ha ammesso l'esistenza a coloro che a lei lo fecero notare (io stesso lo feci e la stessa mi rispose con un grazie di sincera simpatia). Ma sbagli quando dici che il lavoro è stato sottostimato; questo perché il libro con la presenza dell'autrice, di suo fratello minore, del figlio del Kid, uno dei grandi amici di Mario Petri, e di altri studiosi fu presentato, grazie anche agli Amici della Lirica di Perugia, l'inverno passato, nel foyer del teatro Morlacchi. E il pubblico era numeroso, e la cosa fu molto emozionante.

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