Droghe e spaccio a Perugia: un tabù per politici e giornalisti
I politici perugini ignorano il problema: la destra che governa la città dopo aver urlato in passato come un'ossessa, il Pd, sebbene stia all'opposizione, i 5Stelle in Comune, più politicanti vecchia maniera di quanto vogliano far intendere
Il fatto che a Perugia i trafficanti di droghe siano meno visibili di un tempo non vuol dire che abbiano smesso di spacciare, continuano imperterriti il loro lavoro seguendo le regole del mercato ed i gusti dei consumatori.
Chi non fa il proprio dovere su quest'argomento sono i politici perugini che ignorano il problema: la destra che governa la città dopo aver urlato in passato come un'ossessa, ora ha tutto l'interesse a far calare il sipario sullo spaccio di sostanze; il Pd, sebbene stia all'opposizione, è stato così segnato dalla propaganda subita in passato da preferire anche lui il silenzio; mentre i 5Stelle in Comune, più politicanti vecchia maniera di quanto vogliano far intendere, stanno alla larga da argomenti che dividono e scottano. I giornalisti, invece, vanno a caccia di virgolettati, cercano di dare notizie inodori ed insapori, si guardano bene dal fare inchiesta, dal raccontare la realtà, dal portare i loro lettori nei buchi neri e nascosti della città. Se lo facessero s'imbatterebbero anche nel consumo e spaccio di cocaina. Ma parlare di questo li porterebbe dritti dritti verso rampolli ed esponenti di famiglie bene, Dio non voglia a qualche politico emergente. Allora meglio lasciar perdere, riportare acriticamente dati di ricerche regionali, dar voce a qualche cittadino, scrivere dell'arresto di qualcuno, del rimpatrio di magrebini e della morte per overdose da eroina di qualche tossicodipendente cronico da anni. E così, giornalisti e politici vivono tranquilli, e Perugia ignora quello che sa.
Andrea Misiani
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