16/07/2024
direttore Renzo Zuccherini

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Liberiamo la Piazza
Altre risposte alla proposta di fare della Piazza una zona franca della cultura e della partecipazione: sono intervenuti Giorgia Ballarani, Claudia Gornati De Ciuceis, Daniele Crotti, Isabella Giovagnoni, Franco Goracci, Gianfranco Maddoli, Massimo Massi-Benedetti, Andrea Matcovich, Maurizio Moncagatta, Edi Peterle, Daria Ripa di Meana, Stefano Scarponi, Elisabetta Servadio, Elisabetta Solano, Silvana Sonno, Goffredo Tapperi, M. Cristina Tiralti. E con i commenti di Daniela Chiavarini e Anna Maria Marrani


Totalmente d'accordo e non solo per la piazza, ma anche per tutto corso Vannucci (dove attualmente è installato il grande gazebo mulino-bianco).
Maurizio Moncagatta

Ha perfettamente ragione. Tutte le manifestazioni che, oltre che alterare l'estetica, espongono la piazza e i monumenti a danneggiamenti e atti di incuria o, peggio, vandalismo mi fanno pensare se una persona a casa propria inviterebbe 50 bambini con gelato, nutella e coca cola a saltare sui divani del salotto.
Anche le feste di compleanno con i compagni di scuola si fanno in spazi adatti!
M.Cristina Tiralti

Caro Zuccherini, quanto da lei sottolineato è assolutamente vero. Purtroppo, con molta tristezza, si deve considerare che le ignobili e volgari strutture che di tanto in tanto inquinano la "Piazza" servono a nascondere, almeno per brevi periodi, lo scempio che della "Piazza" viene fatto ogni notte e sul sarebbe bello sentire un suo altrettanto appassionato intervento.
Cordiali saluti
Prof. Massimo Massi-Benedetti
Vice-President International Diabetes Federation
Director for Research and Education
Dasman Centre for Diabetes Research and Treatment
The Kuwait Foundation for the Advancement of Science

Che ne dici se notte tempo smontassimo il marchingegno......
Isabella Giovagnoni

Condivido in pieno! Facciamo una campagna martellante e chiediamo impegni a chi si candida alla elezioni.
Claudia Gornati De Ciuceis

Caro Renzo, ti sono grata per le tue parole e l'amore che strenuamente rinnovi e condividi con pochi ormai di noi - purtroppo - per questa nostra bella e maltrattata città. Aderisco alla tua proposta con speranza.
Elisabetta Servadio

Come spesso accade si cerca di chiudere la stalla a buoi fuggiti. La metafora contadina non intende disprezzare luoghi e protagonisti degli eventi di cui si parla - stalla e buoi essendo protagonisti significativi di una realtà sociale in cui si ha cura di quanto si possiede e ci rende ricchi - ma esprime un senso di impotenza di fronte ad una situazione che mi appare difficilmente "ricucibile". Da troppi anni il Corso e i suoi immediati paraggi sono diventati luoghi franchi dove poter piazzare tavolini da bar e ristoranti e dove il temerario passante - cittadino/a o turista - fa lo slalom tra schizzi di sugo e vassoi di bevande non meglio identificate, sorretti da improvvisati personaggi che sbucano da ogni viuzza che ha accesso all'acropoli. Da troppi anni Perugia è diventata una città da mangiare e da bere e non si può gridare l'allarme solo in presenza di eventi più eclatanti ma contenuti nel tempo, che sono l'epifenomeno - volgare quanto si vuole - di una pratica mercantile che fa comodo a troppi e da troppo tempo. Riqualificare il centro non può consistere solo nel liberare il tempio dai mercanti- ammesso che ciò sia ancora possibile - ma interrogarsi e interrogare l'Amministrazione su che cosa si vuole farne, quali soggetti si intende chiamare a "dirigerne" le sorti, in che modo evitare di renderlo una realtà congelata in un passato che stenta a dialogare con il presente, perchè non ci sono più destinatari della comunicazione che non siano presenze effimere e/o disinteressate. Occorre ripensare tutta la questione degli alloggi e dei locali commerciali, del loro spesso sconsiderato uso, della loro precaria manutenzione, del messaggio di spazi usa e getta che fa di molte vie del centro cittadino paesaggi desolati e desolanti, dove il vivere diventa necessariamente - per una forma di autodifesa, mi viene da pensare - non radicato e straniante. Tutto questo è cultura e solo la cultura del vivere inteso come abitare può riportare la cultura cosiddetta alta negli spazi nobili della città. Concludo - per non sembrare solo disfattista - avanzando una proposta o un'ipotesi su cui ragionare: poiché siamo in fase pre-elettorale, non si potrebbe andare ad un confronto non generico, focalizzando il problema in maniera precisa e finalizzando l'incontro a definire alcuni punti ritenuti significativi, per riprendere in mano - amministratori, presenti e futuri, e cittadini - le sorti di questa città senza sciogliere il disagio in un lago di lacrime senza costrutto?
Silvana Sonno

...pienamente d'accordo...che una delle Piazze più belle del mondo venga periodicamente offesa con PORCHERIE del genere (Breakfest, Eurochocolate...) non fa onore alla Città stessa e ai suoi abitanti... nulla da ridire se vi si svolgono iniziative culturali come Umbria Jazz o cose simili, ma le manifestazioni da sagra paesana che si son viste questo fine settimana, le facessero da un'altra parte...!!!
Stefano Scarponi

Aderisco assolutamente. Per queste pagliacciate v'è Pian di Massiano e un meraviglioso minimetrò...
Daniele Crotti

Dott. Zuccherini, La ringrazio per la denuncia pubblica dell'ennesimo obbrobrio perpetrato sulla pelle di noi cittadini che vorremmo vivere e far vivere le bellezze di questa nostra splendida città senza dover fare i conti con queste" pagliacciate" tanto per essere gentili.
Grazie
Edi Peterle

Condivido pienamente.
Franco Goracci

Chi guadagnava su questo scempio della nostra piazza? Si è forse pensato di fare cassa alla maniera di Venezia con le sue macchinette di Coca Cola distribuite lungo le calli e sul bordo dei canali? Il lettone è persino peggio...
Mi associo a qualunque iniziativa venga presa per manifestare sdegno per la mediocrità manifestata in questo caso da chi guida questa città.... Cordiali saluti,
Giorgia Ballarani

Caro Renzo, ti ringrazio per le tue comunicazioni,  sono incoraggianti e sensate riguardo alle decisioni della città, che purtroppo da un bel pezzo, sono levate dalle mani dei cittadini, non si possono esprimere più, si è oscurata la loro voce e la loro immagine, non sono altro che un numero; nelle campagne politiche o quando deve consumare qualcosa o pagare le tasse, o lavorare, anche se di continuo vede svanire i suoi diritti. Ma il cambiamento di questi parametri orcurantisti (mi è venuta senza volere un'allusione azzeccata "orco")  non dipende dai politici di turno, anzi, deve ritornare al popolo "consapevole" dei diritti propri ed altrui, così, si potrà respirare un'aria nuova che spazzi via le ombre di una città che vuole crescere riglogliosa e fertile per il bene di tutti senza eccezione.
Elisabetta Solano

Caro Zuccherini, condivido in pieno la tua proposta e le relative considerazioni.  La crescente aggressione alla dignità di una delle piazze più belle e ricche di storia che siano state consegnate alla nostra generazione è un dato di questi ultimi anni e se ne potranno individuare con facilità i responsabili su vari versanti. Quando fui Sindaco mi opposi con tutte le forze ai tentativi (pressanti!) di invaderla con Eurochocolate e in gran parte vi riuscii, contenendo le bancarelle al limite di via Fani. Poi abbiamo visto di tutto. La mia adesione ai candidati a Sindaco sarà condizionata a impegni precisi nel senso in cui va la tua proposta (e non solo per Piazza Novembre); ho
dubbi comunque sul futuro!
Un cordiale saluto.
Gianfranco Maddoli


Gentile Renzo Zuccherini,
da domani sarà attivo il nostro blog www.perperugia.it.
Perché non inserisce il suo articolo "La piazza e la volgarità" per renderlo più visibile?
Cordiali saluti,
Daria Ripa di Meana

Ha perfettamente ragione è ora di smettere con queste volgarità, il centro storico è in pieno degrado, a Perugia è rimasto solo il turismo, dovrebbe essere valorizzato sotto ogni aspetto. Colgo l'occasione per farle presente che in molti angoli della città la vegetazione non più controllata ha preso il sopravvento su tutto .Da poco sono passato in via della Cupa e mi sono reso conto che gli alberi del Campaccio hanno superato di gran lunga il muro etrusco e impediscono la vista del centro storico e anche il panorama verso il lago. La stessa cosa succede alla porta Trasimena, i lecci cresciuti a dismisura la coprono totalmente. Possiamo intervenire con il Comune ?
La saluto
Goffredo Tapperi


Ho letto il suo articolo, che condivido nella sostanza.
Credo che sia più facile proporre di spostare la Fontana perchè impiccia.
saluti
Andrea Matcovich

Inoltre l'articolo è stato pubblicato integralmente su:
http://www.umbrialeft.it/node/15575




Inserito lunedì 30 marzo 2009


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Commenti

Nome: claudio fondelli
Commento: Condivido il senso della proposta di Zuccherini contenuta nell’articolo, concordando sulla necessità di valorizzare maggiormente la funzione "sociale" degli spazi pubblici, a partire dal luogo-simbolo della città, piazza 4 Novembre. Ritengo tuttavia utile aggiungere una chiosa alla proposta perchè sarebbe - a mio avviso - un errore, non privo di conseguenze negative, ridurre il complesso tema dell’uso della città alla dicotomia “commerciale,specie nella forma della media e grande distribuzione/valore negativo - sociale/valore positivo”. In primo luogo perchè lo scambio (il commercio) è una funzione sociale (anche se in parte svilita dalla tendenza all’ipercosumismo manifestatasi negli ultimi anni), una delle prime e più profonde modalità di interrelazione tra gli individui che continua, anche oggi, ad occupare uno spazio centrale nella vita dell’uomo. I centri storici sono nati e si sono sviluppati in funzione della necessità di difendersi dall’attacco degli agenti esterni e – soprattutto – di facilitare lo scambio; la prima forma di spazio aperto della città (in epoca romana, prima e medioevale, poi) è stato il Mercatale. In secondo luogo perchè l’accesso a beni e servizi non può e non deve essere limitato ai piccoli esercizi. L’economia di scala rappresenta spesso un fattore determinante nella definizione del prezzo di accesso ad un bene o ad un servizio (il così detto low-cost) e dunque la presenza della media e grande distribuzione rappresenta un fattore essenziale nella calmierazione dei prezzi e nell’allargamento dell’accessibilità al consumo delle fasce di popolazione meno abbienti (come nel caso del colosso Ikea che permette, a prezzi contenuti, di accedere ad una gamma di prodotti di arredamento caratterizzati da un design riconoscibile e non dozzinale, diversamente accessibili solamente ad un numero molto più ristretto di persone). Come sarebbe un errore ritenere che il diffondersi della media e grande distribuzione degli ultimi anni sia dovuto prevalentemente a ragioni speculative (che esistono ma rappresentano un effetto della diffusione del fenomeno e non la causa) e non dalla profonda modificazione dello stile di vita delle persone, caratterizzato da una sempre maggiore mobilità sul territorio (per lavoro, studio, relax, etc.) e dalla compressione del tempo disponibile che rende sempre più necessario (dato che questo processo è irreversibile, allorché sia possibile – e necessario - ridurre il suo impatto sul sistema ambientale) disporre di un accesso ai beni/servizi tendenzialmente unificato (compresenza di un vasto numero di settori merceologici e servizi), rapido (posizionato lungo le direttrici di scorrimento della mobilità) e comodo (dotato di ampie aree per la sosta dei veicoli). Non è infatti un caso se negli ultimi dieci anni gli spazi commerciali hanno surrogata sempre più la funzione sociale dei centri urbani storicizzati, dando vita a luoghi sempre più ibridi, come ci segnalano da tempo i più importanti sociologi del paese. Ignorare o semplicemente sottovalutare tali aspetti (e le implicazioni ad essi connessi) nel definire le politiche di governo del territorio di una città equivale – con alta probabilità – ad ottenere un risultato esattamente opposto a quello auspicato, ovvero il sostanziale abbandono dei centri storici (con la conseguente morte certa – e non a causa della grande distribuzione – dei piccoli esercizi commerciali di prossimità). Poiché non è con il divieto che si governano i fenomeni e le tendente sociali ed economiche in atto che, qualora bandite da un determinato ambito territoriale (nel nostra caso il territorio comunale), troveranno certa ospitalità in un’altro (con la migrazione sociale ed economica che ne consegue). La soluzione dunque non risiede nel promuovere crociate contro la media e grande distribuzione o nel “liberare” lo spazio pubblico del centro storico dalle funzioni e dagli eventi commerciali ma in una regolamentazione che sappia coniugare accessibilità ai beni/sevizi (promozione del low-cost della media e grande distribuzione) con la tutela dei piccoli esercizi di prossimità attraverso la differenziazione dell’offerta e la sua integrazione con le attività ludiche e ricreative (nel caso dei piccoli esercizi del centro storico, a titolo esemplificativo, aumentando la flessibilità degli orari di apertura e stimolando l’afflusso con l’integrazione all’offerta culturale) e soprattutto facilitando l’accesso alle aree centrali, allargando le fasce orarie di esercizio del trasporto pubblico e implementando le infrastrutture della mobilità. Post scriptum Nel valutare l’operato dell’amministrazione comunale degli ultimi anni, oltre a porre l’accento su ritardi e inadeguatezze che sicuramente ci saranno stati, inviterei a ricordarsi anche dell’importante risultato ottenuto con la realizzazione del Minimetrò senza il quale, il parlare oggi del futuro del centro storico rischierebbe di essere quasi esclusivamente un esercizio di stile. c.f. [http://blog.libero.it/territorio/]

Nome: Parker
Commento: Sono perfettamente d'accordo. Io direi di togliere anche tutti i tavoli dei dal Corso. Inizialmente era sopportabile ora mi pare non lo sia più. Più che un'area pedonale mi sembra un'area ristoro Quando c'è un pò di affollamento o si creano dei sensi unici pedonali (chi da piazza Italia va verso il Duomo passa a destra e viceversa) o chi passeggia è costretto a continue spallate. Tra l'altro non capisco neanche chi piace mangiare mentre viene osservato da quanti passegiano. Anche dal punto di vista turistico ritengo che con gli ombrelloni si perdano anche le prospettive di quello che è il magnifico cuore della città. Saluti

Nome: Anna Maria Marrani
Commento: Liberiamo la Piazza e facciamola ritornare "vivibile"

Nome: Daniela Chiavarini
Commento: Caro Renzo, sono totalmente d’ accordo con le tue considerazioni; credo che dovremo impegnarci a riaffermare il concetto di centro storico, e a maggior ragione dei suoi luoghi piu’ rappresentativi, come bene comune e dunque non cedibile agli imprenditori di eventi; dovremmo batterci perche’ la concessione di spazi del centro sia riservata esclusivamente a manifestazioni ed espositori che promuovano le produzioni/tradizioni/eccellenze agroalimentari, artigianali, artistiche e culturali del nostro territorio e a soggetti che promuovono il commercio equo e solidale e stili di vita volti alla sostenibilita’, usando strutture non invasive, comunque compatibili con lo stile architettonico della citta’ e soprattutto non occupando gli spazi piu’ significativi, come appunto la nostra amata Piazza. Per le manifestazioni puramente commerciali e che necessitano dei effetti coreografici vistosi e volgari come Eurochocolate o quest’ ultima orribile trovata, credo sia perfetta l’ area mercato di Pian di Massiano, gia’ abituata ad ospitare i “Baracconi” . Vorrei sottolineare una piccola cosa che pero’ ritengo utile a capire il contesto in cui viviamo: secondo voi e’ normale che oltre agli scontati patrocini di Comune, Provincia, ecc.. Breakfest e le sue volgarita' abbiano avuto anche quello del presidio Slow Food dell’ Umbria? Un caro saluto Daniela Chiavarini

Redazione "La Tramontana"- e-mail info@latramontanaperugia.it
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