Raffaele Rossi e Roberto Abbondanza non avrebbero mai lasciato nell'ombra Sandro Penna
Le istituzioni perugine e le due nostre università, piuttosto che rimanere invischiati in dibattiti astiosi, preferiscono non affrontare l'argomento
La trascuratezza che finora le istituzioni perugine e le due nostre università hanno mostrato verso il centodecennale di Penna è sicuramente figlia di pigrizia intellettuale, ma credo anche che la sua omosessualità non sia del tutto estranea a questa disattenzione. Non penso che Comune ed Università siano omofobe, ma che un poeta che canta il suo desiderio sia comunque scabroso, così è preferibile non occuparsene. Ci può sempre essere qualcuno che, approfittando di una cosa gracile come la poesia, la butti in cagnara alimentando antiquate e pretestuose polemiche dalle quali è sempre conveniente stare lontano. Piuttosto che rimanere invischiati in dibattiti astiosi, meglio non affrontare l'argomento e se proprio bisogna farlo, scegliere una maniera poco appariscente. In fondo che bisogno c'è di far sapere a tutti quanto la poesia di Penna sia importante visto che della poesia pochi s'interessano. Si può sempre mantenere un profilo basso adatto agli addetti ai lavori ed ai “fissati” di Penna lasciando nell'ombra questo perugino grande protagonista della poesia europea del Novecento. È proprio vero che Raffaele Rossi e Roberto Abbondanza hanno lasciato un vuoto incolmabile nella cultura perugina.
Francesca Berioli
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