Teatro Turreno. E le associazioni?
La strada da seguire per il Teatro Turreno è fargli svolgere il ruolo per il quale è nato: il cinema, le commedie musicali, il teatro leggero, i concerti di musica, convegni. Chi tace sul futuro del Turreno
In un'intervista sul futuro del Teatro Turreno Carlo Pagnotta ha indicato il Teatro Lyrich di Assisi come l'esempio da seguire, al quale aggiungerei quello del PostModernissimo. Tanto è vero che il Comune di Assisi quando si è trovato un teatro come lascito ci ha portato il teatro.
Mentre i giovani del Post Modernissimo cosa fanno nell'ex cinema Modernissimo? Il cinema. Mi pare che questi due riusciti modelli indichino la strada da seguire per il Teatro Turreno, fargli svolgere il ruolo per il quale è nato: il cinema, le commedie musicali, il teatro leggero, i concerti di musica, convegni. Una cosa ovvia, detta non solo dal Direttore artistico di Umbria Jazz, ma anche da altri che l'hanno scritto o affermato in interviste. Chi invece tace sul futuro del Turreno sono la Soprintendenza, Il Fai ed Italia Nostra che dovrebbero essere attente ed aver cura di quest'opera del Novecento. Ma non solo loro tacciono, lo fanno anche le associazioni culturali e ricreative cittadine, comprese le più antiche e prestigiose. Ma chi ne fa parte pensa veramente di essere utile alla città stando zitto? Appiattendosi sulle decisioni del governante di turno? Coltivando la propria natura critica nel privato e quella convenzionale in pubblico?
Mi chiedo se siano consapevoli del fatto che se chi ritiene di rappresentare la città civile non si ribellerà al triste destino che stanno disegnando per quello che è sempre stato il teatro popolare di Perugia, con il loro silenzio contribuiranno a disegnare un Centro storico di Perugia dove le pietre di Perugia non racconteranno più ai Perugini la loro città, ma saranno solo un fondale scenografico per rappresentazioni di vario tipo o, come nel caso del Turreno, sede per mercati.
Andrea Misiani
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