Pensare al Turreno con la stessa cura del passato
Fare del Turreno un luogo d'elezione della creazione artistica, uno spazio aperto e vivo nel cuore della città, piuttosto che trasformare il Turreno in una specie di galleria commerciale, una strada banale ed oramai antiquata
(nella foto, l'interno del cinema-teatro Turreno) Giorni fa il un quotidiano locale ha pubblicato un'intervista a Carlo Pagnotta sul futuro del Teatro Turreno di Perugia nella quale il direttore artistico di Umbria Jazz, da persona schietta non conformista qual è, dice senza remore quello che pensa sul Teatro Turreno e su una città che non sa guardare avanti.
Partendo dall'esperienza positiva del Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli di proprietà e gestione comunale, da oltre dieci anni ospita le migliori produzioni del panorama nazionale ed internazionale, Pagnotta afferma che al Turreno in forme adatte ai tempi che viviamo bisogna semplicemente riportare quello che in maniera generica potremmo chiamare lo spettacolo dal vivo. Quindi, il teatro Turreno non monumento-simulacro di qualcosa che non c'è più, ma moderno luogo d'elezione della creazione artistica, spazio aperto e vivo nel cuore della città. Un ambito civico che mantiene la sua vocazione e, cosa da non sottovalutare, la sua qualità architettonica entro il quale prendono forma relazioni e cultura, s'intrecciano conferenze, convegni, spettacoli nazionali e quelli di maggior prestigio regionale tra i quali, ovviamente, i concerti di UmbriaJazz. In Umbria il Mancinelli di Orvieto, il Morlacchi ed il Pavone di Perugia sono diventati luoghi obbligatori per i fan del jazz. Grazie ad Umbria jazz vi hanno ascoltato una quantità impressionante di buona musica e qualche capolavoro, se Carlo Pagnotta parla del futuro Teatro Turreno sa di cosa sta parlando. Chi ha in mano la guida politica ed economica di Perugia sarebbe il caso riflettesse bene su quello che ha detto, piuttosto che archiviarlo con un'alzata di spalla rimanendo fiaccamente attaccato all'idea di trasformare il Turreno in una specie di galleria commerciale, magari con due salette per il cinema per far credere che sia stata mantenuta la sua missione. Seguire questa strada banale ed oramai antiquata sarebbe l'ulteriore dimostrazione che Perugia è una città con una classe dirigente impigrita ed ombelicale, incapace di progettare il presente del Turreno mettendo in esso la stessa cura con la quale fu pensato in passato, di seguire ed indicare orizzonti degni di una città della cultura come Perugia.
Vanni Capoccia
|