Sempre più adolescenti devono curarsi al Sert
I casi di overdose mortale si riducono ancora rispetto al 2014. Cresce l'afflusso ai servizi di giovanissimi schiavi di più sostanze
II 2015 si è chiuso con una sospetta overdose mortale, pur in attesa dei necessari riscontri tossicologici. E' stato il caso di un trentenne di Todi trovato nei bagni della stazione di Sant'Anna a richiamare alla mente un problema a Perugia da sempre molto sentito. Anni di primato come "città dei decessi per overdose" hanno infatti reso il capoluogo ipersensibile al fenomeno. Anche se, va detto, sulle "classifiche" c'è molto da dire perché, come i competenti servizi della Regione non hanno mai mancato di sottolineare, il sistema di rilevazione dei dati è tutt'altro che omogeneo a livello nazione. Più in dettaglio, se a livello locale la raccolta dati è scrupolosa e basata sul "responso" delle analisi tossicologiche, altrove non accade altrettanto. Ma tant'e. I dati ufficiali per il 2015 non sono ancora disponibili, tuttavia trapelano anticipazioni. In provincia i casi di overdose mortali sarebbero poco più di una decina, dunque inferiori a quelli del 2014, quando si attestavano a 14. Non si rileverebbe inoltre una netta concentrazione degli episodi nel capoluogo, come si era abituati. Un fatto importante perché, in un territorio che ha imparato a dare peso più che altro all'andamento annuale dei dati, finalmente emerge un trend nuovo. Fino a poco tempo fa, infatti, il fenomeno appariva stazionario, considerata la media, mentre ora si conferma un andamento in diminuzione. Su questo fronte, dunque, sembra di poter cogliere il risultato di una guerra allo spaccio di piazza molto intensa negli ultimi anni. Anche gli interventi del 118 per malori causati dalla droga e sfociati nelle cosiddette "overdose fauste" sembrano diminuiti rispetto a un passato in cui erano anche cinque al giorno (un intervento si è registrato comunque anche il giorno prima dell'Epifania, quando a essere portato all'ospedale dal 118 è stato un pievese). Servirà comunque altro tempo per avere il quadro dei dati consolidati e per le necessarie analisi. Intanto, dal Sert spiegano che il numero di utenti resta più o meno sempre lo stesso (quasi 800 unità), mentre si conferma l'afflusso in crescita di giovanissimi (anche sedicenni) che bussano al servizio "spontaneamente o più spesso accompagnati dalle famiglie o segnalati dal tribunale dei minorenni". "Ragazzi che spesso sono poliassuntori", spiega la responsabile Claudia Covino. "Molti negli ultimi anni si sono rivolti a sostanze eccitanti come la cocaina - prosegue -. Fra i 30 e i 40 anni si può iniziare proprio da qui anche perché è diffusa l'opinione che questa sostanza dia meno problemi rispetto all'eroina". Il vero motivo di allarme? "La particolare complessità della società che si riflette nelle situazioni con cui ci confrontiamo. Vivere in una società 'liquida' non aiuta i ragazzi che devono strutturare la loro personalità. Un grosso problema è la difficoltà a formare un'identità lavorativa: il lavoro precario o il vero e proprio sfruttamento non giovano a questo fine". Spesso, inoltre, "alcol droga e gioco patologico si mischiano a creare situazioni ancora più esplosive". Ecco perché "ormai si lavora in collaborazione con più servizi". Altro problema è quello dell'invecchiamento dei pazienti del Sert, perché si profilano "difficoltà all'inserimento in strutture che non hanno a che fare con la tossicodipendenza".
Dal CORRIERE DELL'UMBRIA del 07-01-2016
Alessandra Borghi
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