Libertà di cemento. La Destra non è uguale alla Sinistra
...anche se troppo spesso la Sinistra cerca di assomigliare alla Destra
Non mi sento di condividere il luogo comune per cui ormai non c’è più differenza tra Destra e Sinistra, tutti i partiti sono uguali, la politica è solo casta. Certo, è evidente che la Sinistra ha introiettato il sistema della democrazia snaturata in casta: dalle liste compilate nel chiuso delle segreterie alla politica personalizzata e trasformata in spettacolo televisivo, di cui il cittadino può essere solo spettatore; con la conseguenza della fine della militanza e della partecipazione alla politica: ma perché mai un militante dovrebbe impegnarsi con il suo lavoro volontario con il risultato di consegnare ad un altro sia il potere decisionale, sia dei compensi e dei privilegi sempre più fuori misura e fuori controllo, rimanendo escluso dall’uno e dagli altri? Essere di sinistra, una volta, voleva dire per esempio che l’eletto dava la metà del suo compenso (molto meno privilegiato di oggi) al partito, che lo utilizzava per finanziare le lotte democratiche: provatelo a chiederlo oggi ai nostri eletti! Ma soprattutto, la Sinistra non trova la forza per fare scelte forti, nette, contrapposte alle facili e false ricette della Destra: ad esempio, sul lavoro, sulla difesa dei salari, sui diritti, sull’ambiente. La Sinistra che tace e acconsente si scolora e assomiglia davvero alla Destra; eppure la Destra è un’altra cosa, nient’affatto scolorita, e senza nessuna voglia di assomigliare alla Sinistra. I provvedimenti presi o in corso di elaborazione da parte dell’attuale governo di Destra parlano chiaro: a parte i primi mesi della legislatura, impegnati a sfornare leggi per salvare il primo ministro dai processi (per cui abbiamo un primo ministro ancora da processare per la corruzione di Mills, dopo che il corrotto è stato condannato), in questo periodo abbiamo: - l’attacco alla scuola pubblica, camuffato da riforma; - il ritorno al nucleare, con l’acquisto dalla Francia di vecchie tecnologie che nessuno voleva più; - il piano case, con l’autorizzazione ad aumentare i volumi edificati del 20-35%, saltando tutti i processi autorizzativi (compreso il silenzio-assenso delle Sovrintendenze): altro che federalismo, i Comuni (pure così larghi nel concedere volumetrie) non possono nemmeno intervenire; - il piano sicurezza, con vistosi attacchi ai diritti democratici; - la richiesta a medici ed insegnanti di denunciare gli irregolari, con conseguente pericolo di perdita di controllo sanitario sul territorio e di abbandono dell’istruzione, per cui consegneremo i piccoli immigrati alla scuola della delinquenza; - la deregolamentazione in materia di sicurezza sul lavoro; - la proposta di legge Orsi sulla caccia, che vorrebbe permettere la caccia sempre e dovunque. Non credo che l’elenco sia completo: in ogni caso ne esce un quadro desolante di arretramento democratico, di devastazione ambientale e culturale da cui sarà difficile uscire. Questa è la Destra: non possiamo aspettarci altro, anche se in Italia il quadro è aggravato dalla mancanza totale di senso della legalità e della laicità. La nostra Destra, infatti, è ben diversa da quella di altri paesi: come confrontare la meschinità del nostro primo ministro con il livello di statisti come Chirac, Sarkozy, Aznar, Tatcher, ecc.? La colpa della nostra Sinistra è dunque quella di essersi appiattita su posizioni di mediazione con una Destra di questo genere, in vista di vantaggi immediati quanto effimeri. Ma se la Destra esiste, ed è quella che ho cercato di descrivere, non è vero che questa distinzione tra Destra e Sinistra non c’è più: è vera solo la debolezza della Sinistra. E la debolezza della Sinistra non è nel numero dei voti o dei parlamentari, è nelle idee. Da un lato abbiamo avuto la rinuncia a qualsiasi posizione critica, in nome della morte delle ideologie; dall’altro abbiamo avuto la ripetizione acritica di vecchi slogan e vecchie formule, senza andare ad incidere sulle posizioni di potere. Ad esempio, tutti abbiamo visto come l’impegno di certi partiti si sinistra sia andato soprattutto nella direzione di assicurarsi qualche posizione di potere in più, piuttosto che di elaborare risposte ecc. Eppure, se ci liberiamo degli apparati ideologici e guardiamo a ciò che si muove nella società, vediamo che c’è un patrimonio di idee e di risorse che attende di essere valorizzato: i movimenti e le lotte per la difesa del lavoro, per l’ambiente, per la pace, per la partecipazione; i movimenti delle donne, della scuola; la resistenza di intere comunità contro le devastazioni territoriali, come in Val di Susa o a Vicenza. Forse, sembra che non ci sia più la Sinistra perché non c’è più un Partito della sinistra: ma questo, anziché essere un problema, è una opportunità storica, perché così hanno modo di liberarsi tutte le energie positive e critiche dei movimenti che operano sui problemi concreti del territorio. Per questo, non ditemi che tutto è uguale a tutto: io continuo a ragionare secondo distinzioni (parametri, discriminanti) che, forse, non trovano rispecchiamento nelle forze politiche esistenti, ma mi aiutano ad orientarmi nelle scelte.
Renzo Zuccherini
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