Era la notte del 13 novembre 1410...
... ma la barriera inespugnabile ei la trovò nei petti dei cittadini. Le donne, dalle finestre gettando cenere ed acqua bollente su la testa degli assalitori, incuoravano alla pugna i figli, i fratelli, i mariti
... [Braccio] "recossi quindi a Bologna per abboccarsi col papa Alessandro XXIII e tosto qua ritornato con Attendolo Sforza, prese Torgiano, castello alle sue mire opportuno per esser posto tra il Tevere il Chiagio, e quivi lasciato lo Sforza finché egli corse ostilmente i territori di Todi e di Terni, a lui e a Paolo Orsini si riunì per muovere con trecento fanti e due mila cavalli all'assalto dell'ardua ed agognata Perugia. Era la notte del 13 novembre 1410. Questa notte era fissata all'assalto per segreto trattato di Braccio con un Mario Napoletano che avea promesso di aprirgli le porte. Il trattato fu scoperto da un popolano chiamato Tommaso di Giorgio che non mancò di farne avvisati i priori. Perciò quando Braccio scalò primo le mura che attorniano il monastero di San Pietro, udì da lungi un cupo ed indistinto romorìo, ch'egli raccolse come un romorìo di viventi, un agitarsi di sfaccendati cittadini e come segno del trattato scoperto. Non arretrò tuttavia e, calatosi negli orti di S. Pietro, aprì l'adito a' suoi movendo verso le due porte. Fra le ombre della notte gli apparivano come ombre più dense le negate mura della patria e gli inasprivano in petto l'amore e l'ira dell'esule. Le antiche due porte furono rotte e atterrate e vinta ogni resistenza fino alla terza cerchia della città, alla porta di S. Ercolano. E anche questa fu presa, e le truppe del Tartaglia furono dopo incerta lotta respinte, ma la barriera inespugnabile ei la trovò nei petti dei cittadini. Le donne, dalle finestre gettando cenere ed acqua bollente su la testa degli assalitori, incuoravano alla pugna i figli, i fratelli, i mariti che, piombando come fulmini addosso all'inimico e sopraggiunti da nuove orde di popolo, lo costrinsero a ritirarsi; e un centinaio di morti lasciati dai nostri su la fatale contrada di Porta S. Pietro attestò per quei tempi l'accanimento della battaglia". da Luigi Bonazzi, Storia di Perugia, vol. I, pagg. 493-4. (nell'immagine: Il grifo di Perugia, diventato femmina e col collare, allatta Braccio da Montone e Niccolò Piccinino, ad imitazione della lupa di Roma; verso della medaglia di Niccolò Piccinino di Pisanello, 1439-1440)
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