Che fine ha fatto il recupero degli affreschi della Madonnuccia?
Si trovarono i finanziamenti necessari per un primo intervento conservativo, prevedendone un secondo di integrazione pittorica. Ma a distanza di oltre un anno, non è stato possibile fare altro
A marzo con una nota accolta dalla stampa locale e la televisione regionale denunciammo lo stato di conservazione degli affreschi nella chiesetta "La Madonnuccia" di San Martino in Campo. Il tempietto è quello che resta, anche se architettonicamente rimaneggiato, dell’antica chiesa parrocchiale, primo nucleo abitativo risalente agli anni Mille, al tempo della bonifica benedettina. Conserva, ancora per poco, alcuni affreschi di scuola peruginesca con immagini strettamente legati alla devozione locale e minacciati dall’umidità. L’appello fu subito accolto dalla Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici ed Etno -antropologici dell’Umbria. Si trovarono i finanziamenti necessari per un primo intervento conservativo, prevedendone un secondo di integrazione pittorica. Il cantiere svolse egregiamente il suo lavoro mettendo, per quanto possibile, in una prima sicurezza gli affreschi, recuperando anche la visibilità dello zoccolo parietale suggestivamente caratterizzato da ciottoli di fiume. Oggi, però, a distanza di oltre un anno, non è stato possibile fare altro. La proprietà della chiesetta, la Curia perugina, non ha ritenuto opportuno effettuare quei semplici interventi di deumidificazione, che possono prevedere un impegno di spesa presumibilmente molto modesto. È un’operazione che andrebbe fatta subito, prima dell’inverno, per evitare il rischio della perdita di quanto finora recuperato. E questo è tutto. Visto che l’intera questione a suo tempo ebbe una risonanza mediatica diffusa.
Lauro Ciurnelli
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