Il verde pubblico a Perugia: un deserto che avanza
La desertificazione che si lamenta non è tanto per il verde che scompare ma per il degrado che in maniera irreversibile si sta trasformando in strutture fatiscenti che, molto spesso, diventano terra di confine per consumo e spaccio di droga
Un ricco patrimonio di parchi come lo abbiamo noi a Perugia è difficile trovarlo in Italia. In proporzione alla grandezza della superficie urbana siamo tra le prime città della nostra penisola per la disponibilità del verde attrezzato. Tanto per citarne alcuni tra i più importanti: - Giardini del Frontone (8,300 mq);- Area verde di S. Giuliana (3 ha);- Parco Vallone Sant'Anna (3,800 ha);- Parco Rimbocchi (5,2 ha);- Parco Chico Mendez (5 ha);- Parco Pian di Massiano (70 ha);- Parco Sant'Angelo (4,2 ha); - Parco Montegrillo ( 8,3 ha);- Larco Lacugnano (29 ha);- Parco della Pescaia (4,7 ha), non elencandone altri di minore importanza come superficie ma importantissimi per i cittadini che abitano nelle loro vicinanze e che ne potrebbero usufruire se fossero tenuti in condizioni adeguate. Non tralasciando neanche quelli che, nelle frazioni della città, svolgono un ruolo di primaria importanza. La desertificazione che si lamenta non è tanto per il verde che scompare ma per il degrado che piano piano, ma in maniera irreversibile, si sta trasformando, con il passare del tempo, in strutture fatiscenti che danno solo l'immagine di quello che potevano essere in tempi passati le quali, molto spesso, diventano terra di confine per commettere crimini intollerabili dalla gente o mercato per consumo e spaccio di droga, quando non sono dormitori per chi è senza dimora e per soggetti invisibili alle Forse dell'Ordine. I nostri amministratori, consapevoli di tutto questo degrado, hanno pensato di fermarlo riprendendo una strada che la Giunta precedente aveva iniziato a percorrere proponendo ed approvando il progetto “Adotta il Verde” ed il primo Aprile 2015, la Giunta, con la Delibera n° 76, ha concretizzato il loro proposito. Non ponendo tempo in mezzo, convinti che la cosa risolvesse definitivamente e con spesa relativamente contenuta, l'annoso e sempre più impellente problema, il 22 Aprile, presso la sala dei Notari, nelle pieghe della “Giornata Mondiale della Terra”, hanno attribuito, alle Associazioni che ne avevano fatto richiesta, quindici parchi pubblici della nostra città. Negli interventi che si sono succeduti, prima della consegna simbolica, è stato ampiamente enfatizzato che “...non sarà un modo per sostituirsi agli interventi di routine del Comune ma piuttosto per dare una mano là dove l'amministrazione pubblica e la Gesenu non ce la fanno ad arrivare, come la pulizia quotidiana delle cartacce ed un presidio per il corretto uso del parco...”. Da come è stata orchestrata la cosa dalla Giunta Comunale, sinceramente, come da noi più volte detto e ripetuto, non sembra proprio che la faccenda sia in questi termini! Secondo l'avviso pubblico per l'assegnazione, come si legge chiaramente e testualmente al 3° punto del suddetto avviso pubblico: “ ...all'Associazione affidataria si chiede di svolgere le seguenti attività, a propria cura e spese (!): - vigilanza e controllo dell'aria verde; - svuotamento dei cestini; - operazioni minimali di pulizia, quali ripulitura di carte, plastiche e immondizia in genere (che in soldoni vuol dire ripulire tutto il parco dagli escrementi degli animali e umani, comprese siringhe ecc...); - pulizia delle fontane là dove presenti; - attività di gestione e pulizia dei servizi igenici, ove presenti; - sono altresì ammesse attività di sfalcio e/o di manutenzione ordinaria dell'area quali opere di piccola manutenzione di tavoli e panchine in legno consistenti in ripulitura, impregnamento e verniciatura”. Per tutto ciò il Comune ha stanziato la somma totale (cioè per tutte le quindici assegnazioni) di 6.000 (seimila) euro, ripartiti a somme annue che vanno da un minimo di 300 euro per superfici fino a 1000 mq a 700 euro per quelle che superano i 10.001 mq. Ma in realtà, a conti fatti, le Associazioni si sono accorte che la somma messa a disposizione del Comune non copre neanche il costo della polizza di assicurazione obbligatoria per eventuali incidenti derivanti da lavoro. In effetti, in questi termini, le cose sono restate come prima. Nulla è cambiato se non il fatto che le Associazioni affidatarie che hanno firmato si adoperano, per tenere alto il tono della cosa, ad organizzare incontri e manifestazioni ludo-ricreative pur essendo coscienti che non è questo il modo di ridare una dignità perduta ed, in nome della collaborazione, per dimostrare che veramente le stanno a cuore la sorti dei nostri spazi verdi, ogni tanto si prendono scopa e paletta e vanno a ripulire la sozzeria che gente incivile lascia al suo passaggio. Noi di Realtà Popolare non siamo convinti che sia questo il modo corretto per intervenire e risolvere il problema ed auspichiamo che si faccia di più e di meglio come, per esempio, porre in atto degli incentivi, che garantiscano sgravi fiscali, non a privati ma bensì a Imprese commerciali, artigianali e quanti altri si adoperi e diano la loro disponibilità economica e lavorativa per ripristinare le infrastrutture del verde dove ce ne sia bisogno. Lo Stato ha progettato e proposto Bonus Arte (Art Bonus)per il ripristino delle opere d'arte? Bene! Il nostro Comune, alla stessa stregua, metta in atto il “Bonus verde publico” per ridare il nostro verde pubblico, nelle condizioni in cui dovrebbe essere, ai propri cittadini.
Coordinatore Comunale Perugia Realtà Popolare
Giampiero Tamburi
|