21/12/2024
direttore Renzo Zuccherini

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La lapide a Mario Grecchi
Il percorso che l'ha portata dov'è ora è stato molto più complesso


Il Giornale dell'Umbria dedica un articolo alla lapide a Mario Grecchi ora al Silvestrini. Ma far arrivare la lapide dov'è ora è stato molto più complesso di come è scritto ed il suo recupero non iniziò con la lettera che viene citata.
Cominciò parecchio tempo prima alla Trattoria del Turreno dove con amici ci ritroviamo ogni lunedì mattina. In uno di questi incontri Paolo Mazzerioli ricordò quella lapide, tra gli altri oltre a lui ed il sottoscritto c'erano Agostino Lucaroni ed Alberto Mori.
A quel punto io che, oltre a sapere benissimo dov'era la lapide per aver lavorato all'ospedale di Monteluce, abito in un'appartamento dal quale si vedeva il padiglione dove si trovava dissi: “Ma stanno demolendo proprio ora quel padiglione!”.
Appena a casa scrissi alla Tramontana qualche riga in cui denunciavo quello che stava accadendo chiedendo a Renzo Zuccherini di pubblicarla appena possibile, prima che la lapide a Grecchi diventasse calcinacci. Poi feci in modo che venisse avvertita l'Anpi e chiesi ad un amico geometra Pietro Romano (per il lavoro che svolge bazzica quotidianamente il Comune) di avvertire qualche funzionario del Comune che aveva a che fare con il cantiere.
Sta di fatto che pochi giorni dopo un comunicato di un assessore Comunale avvertiva che la lapide era stata recuperata. Cosa che, con mia grande soddisfazione, mi fece ricevere una bella e lunga telefonata di ringraziamenti del Presidente dell'Anpi Bonfigli persona a me molto cara. Telefonate che dopo continuarono, perché Bonfigli era preoccupato per la sorte della lapide, "Che fine farà?", diceva, io lo rassicuravo, ma dentro di me sapevo che le sue preoccupazioni erano fondate.
Sta di fatto che dopo la morte di Bonfigli le sue parole mi tornavano ogni tanto alla mente. Sempre più spesso mi dicevo: va a finire che la smarriscono, che un operaio la può rompere, che tra un po' nessuno si ricorderà della lapide.
Per questo, e per l'affetto che mi legava a Bonfigli, mi decisi a chiedere a Nicola Mariuccini, allora consigliere comunale, di farla rintracciare per collocarla in un posto più idoneo dove non corresse rischi.
Dopo parecchio tempo Nicola mi confidò che non riuscivano a ritrovarla. È a quel punto che chiesi al Consiglio della Società operaia di scrivere una lettera pubblica indirizzata al sindaco chiedendo all'Anpi, anche per rispetto delle preoccupazioni di Bofigli, di firmarla; cosa che Francesco Innamorati, nuovo Presidente Anpi Perugia, fece immediatamente, poi si associò la Parodi dell'Associazione mazziniana.
In seguito alla pubblicazione della lettera la lapide venne fuori: dopo il fortunoso recupero era stata giustamente consegnata all'Azienda ospedaliera e questo era il motivo per il quale in Comune non la trovavano. La cercavamo nel deposito sbagliato, ma sempre in un magazzino era finita.
Alla collocazione della lapide al Silvestrini erano presenti Wladimiro Boccali sindaco di Perugia, la Presidente della giunta Regionale Catiuscia Marini, il direttore dell'Azienda ospedaliera Orlandi, Francesco Innamorati Presidente dell'Anpi, per la Società operaia il Presidente Agostino Lucaroni, la vice Rosanna Tonnetti, Paolo Mazzerioli, Cesare Barbanera, Serena Innamorati, Carlo Paolo Burini ed il sottoscritto. Era anche presente la nipote di Mario Grecchi che al termine della cerimonia parlò con Serena Innamorati e ci ringraziò.




Vanni Capoccia

Inserito martedì 23 giugno 2015


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