Impatto ambientale della conca eugubina
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute n.9 - 2/2009
La preoccupazione
del dr Giovanni Vantaggi referente Medici per l’Ambiente
dell’Umbria, e lettera alla VII Commissione Parlamentare, Ambiente
Territorio e Lavori Pubblici
Secondo
l’Istituto Superiore di Sanità (Dr Pietro Comba,dirigente del
settore Epidemiologia Ambientale nel Convegno del 17 novembre 2006
"Ambiente e Salute" tenutosi a Gubbio ed organizzato dal
settore Igiene-Ambiente della Asl n1 con l’ARPA-Umbria e lo stesso
ISS) la conca eugubina necessita di ulteriori approfondimenti in
merito all’impatto ambientale in quanto secondo il RTUP (Registro
Tumori Umbro di Popolazione
periodo 1995-2002 ) si
rilevano dati preoccupanti sulla mortalità per alcuni tipi di
tumore.
Nel
2007 è stato lanciato un ulteriore allarme dall’ Osservatorio
Epidemiologico Regionale in collaborazione con l' Università di
Perugia pubblicato su la “Geografia della mortalità in Umbria.1978
-2005" dove nelle conclusioni, a pag 37, è testualmente
riportato: "...ha evidenziato per specifiche cause di morte,
situazioni a più alto rischio, che vale la pena di approfondire, nei
comuni del nord della Regione e della Valnerina...".
Gubbio
è uno dei comuni del Nord-est dell'Umbria dove, in una conca di 35
kmq circa, ci sono due grandi industrie insalubri di classe 1. Si
tratta di due cementifici, da mezzo secolo una e da oltre 30 anni
l'altra. Questi producono il 9% del cemento nazionale ed hanno quindi
un grande significato economico, ma questo non può esimerci dal
considerare anche i loro effetti ambientali e sulla salute. Una
delle due industrie produce cemento bianco (sei in Italia) . Vi si
usano tonnellate di pet-coke che è stato derubricato ormai ad
"innocuo combustibile" grazie al decreto del 2002 del
ministro Matteoli (rimasto tale anche sotto il successivo governo!)
ma sempre considerato dall’ Agenzia Internazionale Ricerca sul
Cancro (IARC) rifiuto tossico nocivo cancerogeno classe 3 Xn.
Si
aggiunge ora il più che fondato timore che i cementifici vengano
scelti per bruciare il CDR, grazie anche ai cosiddetti CIP6* e
Certificati verdi** istituiti dal Ministro Bersani.. Molti
comitati sono nati e stanno nascendo come funghi, per la
preoccupazione degli effetti della combustione di questi prodotti. In
quanto medico per l'ambiente esperto di queste produzioni, vengo
chiamato da una parte all'altra dell'Italia con richieste di aiuto e
supporto Purtoppo la politica dei partiti non si distingue in
merito alle politiche ambientali Il ripristino dei CIP6 fu opera del
governo Prodi con il fine di rimettere in moto l'inceneritore di
Acerra. Una preghiera, veramente accorata, da chi è "in
trincea": ascoltate di più la gente e mi creda, io incontro
tanta gente delusa dalla destra come dalla sinistra, che si ritrovano
insieme a lottare per la salvaguardia della loro salute e del loro
ambiente. Ormai la spaccatura tra chi amministra e la base, noi
popolo, è alla luce del sole ma come non rendersene conto? Fate un
atto di umiltà e mettetevi in una posizione di ascolto anche perchè
la voce di noi cittadini "del popolo sovrano!!!" non ha più
possibilità di farsi ascoltare e di scegliere chi lo debba
rappresentare perché sono i partiti a scegliere chi deve essere
eletto! che cosa è rimasto della democrazia?.
Grazie
dell'eventuale attenzione
Giovanni Vantaggi Medico di
famiglia Referente per l'Umbria Associazione Medici per
l'Ambiente www.isde.it
*
Cip6: La
sigla sta per Comitato Interministeriale Prezzi provvedimento numero
6 del 1991, convertito in legge il 29 aprile 1992. Con questo
provvedimento l’Italia ha “ASSIMILATO” i rifiuti alle fonti
rinnovabili (unico caso in Europa), per cui il 7% della Fattura
ENEL, che ogni famiglia italiana paga per le vere fonti di energia
rinnovabile (Solare-termico, Fotovoltaico, Eolico, Idroelettrico…)
invece SOVVENZIONA chi brucia rifiuti. Quanto
denaro ad oggi hanno elargito ?
Fino
al dicembre 2008 si calcolano circa 53 miliardi di euro. In pratica,
ogni cittadino italiano, oltre ad aver pagato la tassa sui rifiuti ha
“regalato”, dal 92 ad oggi, circa 9.000 euro a chi incenerisce o
coincenerisce rifiuti.
Il termine
coincenerimento
indica le industrie insalubri di classe I come: cementifici, centrali
termoelettriche, fonderie, distillerie…, grazie alle cosidette
BAT: Best Available Tecnology, ottengono la VIA cioè la Valutazione
Impatto Ambientale, con la quale queste industrie hanno
l’autorizzazione a bruciare diverse tipologie di rifiuti compreso
il combustibile da rifiuti: CDR.
**Certificati
verdi: I Certificati Verdi sono introdotti dal decreto di
liberalizzazione del settore elettrico dal Decreto Bersani in
attuazione della direttiva 96/92/CE e stabilisce che i produttori
possano richiedere i certificati verdi per 8 anni (per impianti
entrati in servizio o revisionati dopo l'aprile del 1999) e per 15
anni per impianti successivi al 31/12/2007 (norma in finanziaria
2008). Con i certificati verdi le imprese possono produrre energia
(non meno del il 2% da fonti non fossili, ma da: biomasse. Solo che
le Biomasse per legge sono considerti i residui vegetali ma nache le
farine animali ed il CDR (combustibile da rifiuti, solo in Italia
ASSIMILATO alle fonti veramente rinnovabili: eolico, idolettrico,
solra termico, fotovoltaico…).Producendo elettricità da biomasse,
grazie ai certificati verdi, le aziende ricevono per ogni kwh
prodotto circa 15
cent di euro, rispetto ai 3 cent per un kwh prodotto da fonti
fossili non rinnovabili (olio combustibile, metano)
Dr. Giovanni Vantaggi
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