Villette a schiera inabitabili ma abitate
Case a Perugia tra immobiliari, costruttori, regolamento edilizio, concessioni edilizie e cittadini
A Perugia negli ultimi anni assistiamo
al proliferare di “villette” a schiera dalle caratteristiche
davvero singolari.
I depliant delle agenzie immobiliari
recitano tutti più o meno così: “Villette a schiera disposte su
tre piani composte da salone, cucina, tre camere, doppi/tripli
servizi, balconi, garage, taverna, giardino”.
Le immagini mostrano due piani fuori
terra con portefinestre e terrazzi ad ogni piano, più un piano
seminterrato. Gli ingressi alle abitazioni sono realizzati con una
stretta rampa di scala per accedere al piano rialzato.
I mq dichiarati si aggirano sui 160 –
200mq a seconda dei casi. I prezzi sono corrispondenti a tale
metratura/ tipologia/zona.
Sorpresa: i progetti in Comune sono
stati approvati con l’abitabilità solo per il piano rialzato, che
varia tra i 40 e i 60 mq. Già perché i secondi piani non hanno
l’altezza necessaria, e neppure il seminterrato. Le soffitte
vengono presentate con denominazioni fantasiose: “soffitte
rifinite”, “soffitte praticabili”, tutte rigorosamente
pavimentate, battiscopa, punti luce, bagni, porte, e finestre,
intonaci e della stessa qualità del piano terra.
In sostanza, se l’acquirente vuole
attenersi alle regole dettate dal comune, può abitare solo due
locali a piano terra, mentre il primo piano lo può utilizzare solo
come soffitta, oppure abusivamente come camere.
E c’è di più: in base alle carte,
il Comune risulterà in regola e così pure l’impresa. L’unico
che rimane con il cerino in mano è l’acquirente che potrà subire
le conseguenze di eventuali controlli e il deprezzamento in caso di
vendita (la superficie commerciale infatti sarà almeno la metà
rispetto a quella che gli è stata venduta).
Lascia ancor più stupiti che tale
pratica sia stata adottata anche nella realizzazione di un quartiere
della Lega delle Cooperative a Villa Pitignano, presentato
recentemente al pubblico come intervento sperimentale di
bioarchitettura, tanto da aver fruito di un finanziamento pubblico
regionale.
Domande:
1 - Approvare da parte del Comune di
Perugia e vendere da parte delle imprese tali tipologie configura
un’istigazione all’uso abusivo di locali non legittimamente
abitabili?
2 -Tutti (Comune, imprese, acquirenti)
sono in attesa dell’ennesimo condono?
3 – perché i costruttori non
realizzano le altezze necessarie per l’abitabilità? Per pagare
meno oneri di costruzione e di urbanizzazione? Per restare sotto i
6,5 ml e non essere sottoposti alla Commissione per la qualità
architettonica, come prevede il Regolamento edilizio?
4 - perché il Comune di Perugia
approva questi progetti chiaramente ingannevoli (che cosa ci fanno
uno o due bagni in soffitta?)? Chi paga 160 mq per poterne utilizzare
solo 45? Qual è l’interesse del Comune visto che in tal modo ci
rimette sugli oneri di costruzione e urbanizzazione e i servizi e
parcheggi saranno sottodimensionati rispetto alle esigenze reali ?
5 – perché il comune di Perugia non
fa rispettare le norme edilizie igienico sanitarie che esso stesso si
è dato? Abitare in stanze con altezze al di sotto delle norme,
soprattutto in un sottotetto, è antigienico o no? Se sì, bisogna
far rispettare la legge, se no occorre cambiare la normativa.
6 – perché il comune di Perugia
approva progetti con evidenti barriere architettoniche all’ingresso
delle abitazioni, in contrasto con la normativa nazionale, e comunque
disagevoli per anziani, adulti con bambini piccoli, ecc.?
7 – perché la Regione premia
progetti che non posseggono neppure i requisiti minimi da lei stessa
dati? Invece che presenziare alle giornate di commercializzazione
della Lega Coop non era più utile che l’amministrazione si
preoccupasse di garantire l’EFFETTIVA qualità e rispondenza dei
progetti?
Mariarosa Rizzi
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