16/07/2024
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Villette a schiera inabitabili ma abitate
Case a Perugia tra immobiliari, costruttori, regolamento edilizio, concessioni edilizie e cittadini

A Perugia negli ultimi anni assistiamo al proliferare di “villette” a schiera dalle caratteristiche davvero singolari.

I depliant delle agenzie immobiliari recitano tutti più o meno così: “Villette a schiera disposte su tre piani composte da salone, cucina, tre camere, doppi/tripli servizi, balconi, garage, taverna, giardino”.

Le immagini mostrano due piani fuori terra con portefinestre e terrazzi ad ogni piano, più un piano seminterrato. Gli ingressi alle abitazioni sono realizzati con una stretta rampa di scala per accedere al piano rialzato.

I mq dichiarati si aggirano sui 160 – 200mq a seconda dei casi. I prezzi sono corrispondenti a tale metratura/ tipologia/zona.

Sorpresa: i progetti in Comune sono stati approvati con l’abitabilità solo per il piano rialzato, che varia tra i 40 e i 60 mq. Già perché i secondi piani non hanno l’altezza necessaria, e neppure il seminterrato. Le soffitte vengono presentate con denominazioni fantasiose: “soffitte rifinite”, “soffitte praticabili”, tutte rigorosamente pavimentate, battiscopa, punti luce, bagni, porte, e finestre, intonaci e della stessa qualità del piano terra.

In sostanza, se l’acquirente vuole attenersi alle regole dettate dal comune, può abitare solo due locali a piano terra, mentre il primo piano lo può utilizzare solo come soffitta, oppure abusivamente come camere.

E c’è di più: in base alle carte, il Comune risulterà in regola e così pure l’impresa. L’unico che rimane con il cerino in mano è l’acquirente che potrà subire le conseguenze di eventuali controlli e il deprezzamento in caso di vendita (la superficie commerciale infatti sarà almeno la metà rispetto a quella che gli è stata venduta).

Lascia ancor più stupiti che tale pratica sia stata adottata anche nella realizzazione di un quartiere della Lega delle Cooperative a Villa Pitignano, presentato recentemente al pubblico come intervento sperimentale di bioarchitettura, tanto da aver fruito di un finanziamento pubblico regionale.

Domande:

1 - Approvare da parte del Comune di Perugia e vendere da parte delle imprese tali tipologie configura un’istigazione all’uso abusivo di locali non legittimamente abitabili?

2 -Tutti (Comune, imprese, acquirenti) sono in attesa dell’ennesimo condono?

3 – perché i costruttori non realizzano le altezze necessarie per l’abitabilità? Per pagare meno oneri di costruzione e di urbanizzazione? Per restare sotto i 6,5 ml e non essere sottoposti alla Commissione per la qualità architettonica, come prevede il Regolamento edilizio?

4 - perché il Comune di Perugia approva questi progetti chiaramente ingannevoli (che cosa ci fanno uno o due bagni in soffitta?)? Chi paga 160 mq per poterne utilizzare solo 45? Qual è l’interesse del Comune visto che in tal modo ci rimette sugli oneri di costruzione e urbanizzazione e i servizi e parcheggi saranno sottodimensionati rispetto alle esigenze reali ?

5 – perché il comune di Perugia non fa rispettare le norme edilizie igienico sanitarie che esso stesso si è dato? Abitare in stanze con altezze al di sotto delle norme, soprattutto in un sottotetto, è antigienico o no? Se sì, bisogna far rispettare la legge, se no occorre cambiare la normativa.

6 – perché il comune di Perugia approva progetti con evidenti barriere architettoniche all’ingresso delle abitazioni, in contrasto con la normativa nazionale, e comunque disagevoli per anziani, adulti con bambini piccoli, ecc.?

7 – perché la Regione premia progetti che non posseggono neppure i requisiti minimi da lei stessa dati? Invece che presenziare alle giornate di commercializzazione della Lega Coop non era più utile che l’amministrazione si preoccupasse di garantire l’EFFETTIVA qualità e rispondenza dei progetti?






Mariarosa Rizzi

Inserito giovedì 5 marzo 2009


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Commenti

Nome: piero
Commento: Sono perfettamente in accordo con quanto dici. La spiegazione che sono riuscito a darmi è che in questo modo riducono la cubatura e sullo stesso terreno, che in effeti oggi costa una esagerazione, invece che una struttura se ne possono costruire 3. Alla fine il comune intasca la stessa cifra e chi ci rimette è solo chi acquista.

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