14/08/2024
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Il mercato: una superficie commerciale o uno spazio di cittadinanza?
L'assessore: La cultura? ma il cibo è cultura! E poi non possiamo assolutamente perdere tempo con la partecipazione


Nella assemblea di ieri (venerdi 27 febbraio) de "La città di tutti", l'assessore Fioroni ha esposto per la prima volta al pubblico, e su richiesta dell'associazione, il suo progetto sul mercato coperto (prima lo aveva fatto solo in una conferenza stampa a metà ottobre). Sostanzialmente, si tratta di una ristrutturazione generale in vista della destinazione della gran parte della superficie a un gestore privato. Resterebbe un piano destinato al commercio al dettaglio "di qualità", mentre sulla ripristinata piazza centrale potranno aver posto attività di ristoro e tredici espositori (es. produttori "tipici").
Nulla a che vedere, dunque, con la funzione mercatale, né con la produzione locale e biologica, se non marginalmente.
Eppure sulla differenza tra mercato comunale e centro commerciale l'attuale vice-sindaco si era speso generosamente, in passato: adesso non ha nulla da dire?
La privatizzazione del mercato coperto era già stato un terreno di forte scontro da parte delle associazioni, che però ieri sera erano assenti o mute.
Nell'intervento dell'assessore sono saltate agli occhi alcune definizioni, buttate là nel discorso ma rivelatrici di una mentalità.
Ad es., l'assessore ha liquidato la questione della assenza di spazi per la cultura affermando che il cibo è cultura: certo, e potremmo aggiungere che ormai è chiaro che con la cultura si mangia. Ma forse sfugge all'assessore che, viceversa, la cultura non è solo cibo, e la cultura non serve solo a mangiare. Ridurre tutta la destinazione dell'edificio a spazi commerciali (destinati a coprire un 24% di consumi attualmente soddisfatti fuori dal centro storico!) significa non avere chiaro che il mercato coperto non è un qualsiasi spazio commerciale rionale, ma è un bene della città, che appartiene a TUTTA la città e a tutti i cittadini e non solo ai clienti rionali.
La funzione del mercato non è la distribuzione di merci (oggi già largamente assicurata): è la creazione di socialità, come ha ben esposto il prof. Grohmann.
Il mercato coperto è un contenitore adattissimo ad attrarre visitatori e cittadini con attività culturali, non certo con un supermercato in più, come se ce ne fosse bisogno. Può servire a riunire le persone, anche senza doverne presupporne un immediato riscontro economico, senza dover subito sentire il tintinnio del registratore di cassa. Sarebbe bene che l'assessore si confrontasse su questo.
Un'altra affermazione dell'assessore, a chi gli chiedeva di instaurare alcuni momenti di partecipazione invece di arrivare ancora una volta con i progetti belli e fatti, è stata: Abbiamo delle scadenze, gli uffici stanno lavorando allo spasimo per finire il progetto entro tali scadenze, per cui non possiamo assolutamente perdere nemmeno un mese di tempo con la partecipazione. Gli è proprio sfuggita l'espressione "perdere tempo con la partecipazione". Certo, anche in passato non si perdeva tempo con la partecipazione e si arrivava con i progetti belli e pronti, ma magari si stava più attenti alle parole.
Naturalmente nessuno mette in dubbio la serietà e la professionalità del lavoro degli uffici: ma in quale direzione stanno lavorando? Chi lo ha deciso? Anche qui, nessuna differenza rispetto alle pratiche della vecchia amministrazione.
Alcune linee positive, ovviamente, vanno segnalate, come il ripristino della piazza centrale e l'eliminazione delle strutture esterne, peraltro anch'esse già previste nella ipotesi della passata amministrazione (basta rileggere i giornali di un anno fa).
Ribadiamo quanto già scritto qui dopo la conferenza stampa di ottobre: l'attuale progetto sviluppa e concretizza l'ipotesi adottata dalla giunta Boccali dopo il fallimento del progetto della Nuova Obderdan; anche il metodo è lo stesso. Ma almeno Boccali, sia pur fumosamente e senza dar seguito, parlò del mercato come luogo di cultura (in vista di Perugia 2019); ora se perde ogni traccia.
L'assenza delle associazioni, sopra rimarcato, è certo frutto della fase che stanno attraversando dopo che al loro interno si è creata quella assurda apertura di credito verso la nuova giunta, con l'illusione della presenza in essa di alcuni personaggi di origine civico-ambientalista: ma anche davanti alla dura delusione che si va profilando per loro, pure continuano a tacere, ad aspettare chissà che cosa.
Certo è indicativa la posizione del vice-sindaco, inchiodato al silenzio dalle contraddizioni della sua scelta di schierarsi con la destra, pur sapendo che questa non aveva nulla di civico-ambientalista. Ma meraviglia ancora di più vedere che nessuno parla, che l'ambiguità permane: fino a quando?




Inserito venerdì 27 febbraio 2015


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Commenti

Nome: Vanni Capoccia
Commento: Per ironia della sorte hanno scelto la Sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni per sentirsi dire: di non voler "perdere tempo con la partecipazione".

Nome: Andrea Misiani
Commento: Lo stesso assessore che non ha tempo per la partecipazione, parteciperà ad un incontro del Festival del giornalismo sulla democrazia partecipata. Gestito indovinate da chi? da Perugia, Ieri oggi domani chiara organizzazione fiancheggiatrice di Barelli Romizi. Sorprende veramente che Arianna Ciccone si sia prestata a questa cosa mettere a disposizione di una parte il Festival

Nome: Alessio Relli
Commento: Quando ci si trasforma in "cinghia di trasmissione" (Massarelli e Rosi Bonci da ex comunisti dovrebbero ricordare il significato di questa frase) di un politico si perde di credibilità. Forse è per questo che la platea non era vasta

Nome: Serena
Commento: Se c'era poca gente è anche perché chi in passato ha condotto "battaglie" ambientaliste ha dimostrato di averlo fatto per desiderio di poltrona e non per la città.

Nome: Giorgio
Commento: Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano Paolo Bartoli (purtroppo non dice più niente su Perugia) e Primo Tenca che insieme a voi ed Italia Nostra si sono sempre impegnati per il Mercato. Potreste sentirli?

Nome: Maria Pia Battista
Commento: Sarò anche stupida ma sul progetto non ho capito niente. Mi aspettavo una descrizione dettagliata sulla quale poter riflettere, ma non c'è stata, soprattutto per quello che riguarda la terrazza. Forse sarebbe stato opportuno anche l'intervento dei tecnici del Comune che stanno elaborando il progetto. Quasi niente è stato detto sui nostri amici operatori, se non il fatto che a maggio se ne devono andare. Ma, dico io, se siamo ancora al progetto preliminare e se la gara d'appalto ancora non è stata fatta, perché questa fretta a volerli mandare via? Ci sarà un motivo e se c'è un motivo ci deve essere spiegato. Qualcuno ha detto (forse per televisione) che i lavori dureranno fino al 2018. Se questo è vero i lavoratori dovrebbero rimanere in Piazza del Circo per tutto questo tempo? E a quale prezzo? E con quale sicurezza di poter rientrare? Insomma, sono molti i punti oscuri e i problemi da risolvere. Penso che un consiglio grande ci aiuterebbe a capire qualcosa di più. Un ringraziamento al prof. Grohmann ma anche all'architetto Lattanzi. Spero che i loro interventi possano essere ripetuti di fronte ad una platea più vasta. Maria Pia Battista

Nome: Gina
Commento: La locandina sull'incontro dell'associazione dal lungo nome e dai pochissimi iscritti era chiarissima: Una manifestazione fiancheggiatrice dell'attuale giunta, organizzata per farle dire la sua. Quindi, non un incontro per discutere del futuro del Mercato, ma per comunicare quello che si è deciso di fare. Le altre associazioni non c'erano? forse avevano capito le intenzioni di Renzo Massarelli

Nome: Vanni Capoccia
Commento: l'altro giorno Calabrese con le collusioni tra la vecchia giunta e la criminalità organizzata. Adesso questo con la partecipazione che è una perdita di tempo. Chissà che s'inventeranno i barellieri residui per giustificare anticivica affermazione

Nome: Angela Cataliotti
Commento: Cosa potevamo aspettarci dal signor www.brandandbreakfast.com? E poi questo è il tempo della velocità, bisogna fare in fretta, non importa cosa! Comunque una cosa dovranno pure spiegarla ai cittadini: se il progetto faraonico della Nuova Oberdan valeva 9 milioni, come fa un restauro filologico a costarne 10?

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