L’avvicinarsi della scadenza elettorale porta, come è facile aspettarsi,. ad un progressivo schiarimento sulle formazioni in campo.
Del tutto dimenticato il metodo delle primarie, i partiti si sono lanciati sul nome del candidato sindaco, indicandolo senza perder tempo ad aspettare inutili procedure democratiche: ha cominciato l’Italia dei valori, che un anno fa proclamava che non avrebbe mai appoggiato un sindaco non scelto con le primarie, e che oggi, dopo aver avuto la firma sul “patto etico” (figurarsi, una firma non si nega a nessuno), ha preceduto tutti nel designare Boccali come candidato sindaco. Subito hanno seguito l’esempio comunisti italiani e socialisti, che hanno indicato anche loro Boccali; infine l’assemblea cittadina del Pd, smentendo ogni voce su dissensi e proposte varie, ha acclamato Boccali come candidato sindaco. E subito una stesa di manifesti pieni di facce sorridenti ha provveduto a coprire ogni possibile dubbio o mal di pancia, specie all’interno del Pd. Si è così delineata una coalizione, per la quale il metodo delle primarie diventa del tutto superfluo, visto che non ci sono concorrenti.
Ai margini della coalizione, forti contorsioni agitano le formazioni uscite dai vari sconquassi: mentre Rc promette guai, minaccia opposizione, ma forse solo per garantirsi spazi istituzionali in una situazione difficile, le altre formazioni (Sinistra democratica, vendoliani, pezzi di Pdci, forse i verdi) si ricompattano su una lista interna alla coalizione di centro-sinistra, anche rinunciando a un confronto con Boccali (che potrebbe rivelarsi disastroso). Sarà anche da vedere quanto tale lista sia realmente innovativa, o finirà invece per riproporre sotto un nuovo simbolo gli stessi personaggi di sempre, quelli che hanno supportato, pur con qualche mugugno, tutte le scelte della attuale giunta.
Fuori dalla coalizione, si agitano molte acque: ma già pare che esponenti di comitati di varia provenienza si stiano preparando a varare una lista civica, dando per scontato il programma e il candidato sindaco. Anche qui, sembra riprodursi la tendenza a decidere tutto in pochi e poi a proclamare il risultato, evitando una procedura più complessa, ma sicuramente più coinvolgente, come la proposta di più candidati tra cui chiamare i sostenitori a scegliere.
La prima questione ineludibile è quindi quella del metodo: in un sistema elettorale comunale che dà al sindaco prerogative forti, le primarie tra candidati contrapposti danno almeno la garanzia di un confronto interno che non può subire decisioni a priori. L’esempio delle primarie americane, per quanto in un contesto e in una situazione così diversi, non può essere ignorato.
La seconda questione ineludibile è quella del programma: non basta la faccia di un candidato, e nemmeno la sua storia (che pure è importante), per avere la garanzia che il candidato lavori su una direzione condivisibile. Del resto, ormai il primo e più convinto assertore della discontinuità con l’attuale giunta è proprio Boccali, che non ha problemi a far propri temi come il patto etico, la fine del ciclo del mattone, la trasparenza, la partecipazione...
Come abbiamo già avuto modo di dire, non basta dire un nome: occorrono impegni precisi, scelte inequivocabili, inquadrate in una visione della città che esprima il bisogno dei cittadini di esserci, di starci bene, di avere relazioni ricche e positive, di sentirla propria.
Noi della "Tramontana" siamo pronti a dare il nostro contributo di idee e di proposte per chi si voglia impegnare in questa direzione, non per fare un’altra lista, ma semmai per fare chiarezza tra le liste che si formeranno, con la massima apertura ma senza sconti per nessuno.