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Piano di riorganizzazione della raccolta differenziata nel centro storico
Piano di riorganizzazione della raccolta differenziata nel centro storico
Considerazioni dopo l'assemblea a Vivi il Borgo
L’assessorato all’ambiente ha invitato il tavolo delle associazioni del centro storico ad una riunione per presentare il piano di riorganizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti, chiedendo a ciascuna associazione di discuterne con i residenti. Vivi il Borgo ha indetto per il 30 gennaio un’assemblea aperta a cittadini residenti e commercianti del borgo, presenti Urbano Barelli, vicesindaco e assessore all’ambiente, Fabrizio Valocchia e Giuseppe Sassaroli della Gesenu. Tanto l’assessore, nello specificare come la riorganizzazione fosse un’ipotesi di lavoro da sottoporre alla valutazione della cittadinanza, quanto Fabrizio Valocchia, nel presentare il progetto, hanno reso possibile un incontro caratterizzato da una modalità di svolgimento molto colloquiale e non soggetta ai vincoli rigidi delle comunicazioni di tipo direttivo dall'alto in basso. Se è vero che i sacchi lasciati nelle vie durante la notte hanno conseguenze nell’impatto e nel decoro estetico della città; che i comportamenti di scorretto conferimento di una parte degli utenti appesantiscono il servizio di raccolta notturna; che le attuali tariffe non discriminano tra comportamenti virtuosi e comportamenti contrari, tuttavia sembra che il nuovo sistema di conferimento ipotizzato non affronti né risolva questi punti problematici. Infatti:
- la prevista istallazione in piazza Fortebraccio delle 3 campane interrate, una per tipo di rifiuto, contrasta con l’assetto che, stante le dichiarazioni della stessa amministrazione, il luogo dovrebbe assumere. Il necessario ricorso a mezzi pesanti per lo svuotamento giornaliero delle campane è di complessa sostenibilità per la configurazione presente della piazza e ancor di più per quella futura. Da poco valorizzata dall’imponente restauro dell’Arco Etrusco, non a caso assunto a simbolo della città, Piazza Fortebraccio rischia di trasformarsi in un’isola dedicata al conferimento dei rifiuti (una destinazione che, sottolineano i commercianti, la piazza ha già passato assunto in occasione dei grandi eventi, quali Umbria Chocolates ed Umbria Jazz).
- l’ipotesi di collocare le mini isole ecologiche (con gli scomparti della carta, del multi materiale e dell’indifferenziato) lungo le vie produrrebbe un impatto estetico negativo simile a quello del sistema porta a porta, con i tre contenitori trasformati in collettori di buste e di rifiuti abusivi o non pertinenti. Inoltre il conferimento tramite riconoscimento magnetico dell’utenza, oltre a costituire un ulteriore onere, può indurre comportamenti scorretti in relazione alla tariffazione personalizzata, basata sulla produzione quantitativa di rifiuti. Senza considerare che in una gestione sostenibile si dovrebbe incentivare la riduzione della produzione di rifiuti, altrimenti una differenziazione fine a se stessa non avrebbe alcun senso.
- la stessa sostituzione, per la frazione organica, dei sacchi con i mastelli a sistema di lettura trasponder non risolvere la questione dell’impatto e del decoro estetico. I mastelli, lasciati lungo le strade per l’intera mattinat, e lo stesso orario di conferimento antimeridiano prospettato provocherebbero disagi per tutti coloro che hanno attività fuori dalle mura domestiche (diversamente da quanto accade con l’orario notturno vigente). Ma soprattutto questa sostituzione trascura, e dunque non risolve, il problema di quella parte minoritaria ma comunque significativa di proprietari delle case che così come oggi, non distribuendo i pacchetti di buste, non adempiono ai loro doveri verso gli affittuari, altrettanto evasivi saranno domani con i mastelli e con le regole di funzionamento.
Invece di investire in finanziamenti e in tecnologie nuove, - che per funzionare bene hanno pur bisogno di tempi di assestamento lunghi – parrebbe più economico, in termini di costi e benefici, correggere i limiti dell’attuale sistema di raccolta. Questo significa intensificare due elementi necessari ed interconnessi: informazione e controllo. L’informazione dovrebbe essere continua. Considerando quel tipo di popolazione specificamente transitoria che caratterizza il nostro centro storico – gli studenti italiani e stranieri – non solo Comune e Gesenu, ma soprattutto le istituzioni delle università, italiana e straniera, e dell’Adisu, hanno il dovere di facilitare la conoscenza delle regole di conferimento e la diffusione di una cultura della differenziazione (non stiamo forse parlando di soggetti vocati alla formazione e all’educazione dei giovani?). Accanto alla fase della informazione-formazione devono intervenire quelle del controllo e della sanzione. Basterebbe che le guardie ecologiche soggiornassero in ognuno dei borghi, per un periodo di tempo limitato ma continuato, per farsi un’idea di coloro che conferiscono a norma e di chi non lo fa. Sarebbe così possibile sanzionare risalendo alla catena della responsabilità, vale dire residenti abusivi e proprietari di case (o di fondi) che, o perché disinteressati alla normativa vigente o perché locatori in nero, disattendono completamente ai loro doveri. Infine una domanda insoluta serpeggiava tra gli astanti. Ma in questi giorni di revisione di spesa quali sono i costi di questo piano di ristrutturazione? E come, e dove, potranno essere reperiti? Condividiamo al 100% le parole e l’obiettivo da cui è mosso Urbano Barelli: trasformare la cultura della differenziazione facendo del rifiuto una risorsa. Dunque amministrazione, Gesenu ed associazioni collaborino impegnandosi nell’attualizzare con i fatti una rappresentazione innovativa del rifiuto, sempre più lontana dagli aspetti negativi e sgradevoli del termine e più vicina al significato di materia prima importante, potenzialmente trasformabile in numerosi ed inesplorati oggetti di valore.