Ambiente: i sette progetti per la città
Molte altre sono le priorità per l’ambiente accumulate negli anni che devono essere affrontate: dal coinvolgimento dei cittadini nelle scelte urbanistiche alla salvaguardia del patrimonio idrico e del Tevere
Il programma del Comune di Perugia sull’ambiente è stato approvato dalla Giunta, secondo quanto riportano i giornali. Si tratta di sette proposte (il comune trasparente, la questione rifiuti n.1, n. 2, n. 3, il dissesto idrogeologico, le aree verdi, le bici elettriche), che, però, secondo noi non possono considerarsi esaustive.
Molte altre sono le priorità per l’ambiente accumulate negli anni che devono essere affrontate in tutto l’arco della consiliatura. Ne consideriamo, ad esempio, due imprescindibili: il coinvolgimento dei cittadini direttamente interessati alle scelte urbanistiche e la salvaguardia del patrimonio idrico a partire dal Tevere.
La partecipazione non può essere la parodia di Agenda 21 locale, così crome era stata realizzata con decisioni prese d’ufficio e la ricerca del consenso. C’è bisogno di una vera e propria Consulta Comunale per l’ambiente aperta a tutti con pari dignità senza pretese di autocelebrazioni e di autoreferenzialità.
Il discorso, poi, sulla salvaguardia del patrimonio idrico a partire dal grande fiume è una questione di integrità e di civiltà. Un impegno che ha sempre contrassegnato l’attività del circolo Legambiente di Perugia, prima del suo scioglimento. Proprio quell’associazione a cui viene riconosciuto “il merito di avere aumentato la sensibilità verso le tematiche ambientali” insieme ad Italia Nostra di Urbano Barelli e il Wwf di Antonella Pulci.
Il Tevere finora è stato sempre considerato poco, da usare più o meno anche come fogna a cielo aperto. Nel tempo erano state previste le delocalizzazioni delle industrie spondali a rischio, l’acquisizione dell’oasi naturalistica “Ansa degli Ornari”, la realizzazione un Parco Fluviale Comunale lungo tutto il percorso da nord a sud, da Villa Pitignano a San Martino in Campo, ecc….
Invece via via sono state pensate e proposte le più diverse idee come la realizzazione di macroarginature nell’area dei Ponti, per evitare esondazioni e in pratica isolando il fiume dimenticando che è stato alla base delle antropizzazioni, la opinabile navigabilità, le micro - centrali idroelettriche che possono causare stragi di pesci, le attività di cava in alveo, la diffusione dei tanti capannoni industriali, ecc…
Di conseguenza tutto l’ecosistema fluviale è ormai poco considerato e avvertito come valore. Le aziende a rischio hanno raggiunto una loro arroganza esplicando anche un’azione ricattatoria. Molte aree demaniali sono diventate ormai pubbliche ecc…: insomma non si è capito o voluto capire la ricchezza naturalistica espressa da un fiume che ha un forte valore paesaggistico con la presenza del colle ricco di storia creando un raro sistema unico e integrato.