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Le politiche per l’ambiente a Perugia: alcune riflessioni di inizio anno
Le politiche per l’ambiente a Perugia: alcune riflessioni di inizio anno
Il cambio della maggioranza di governo: più che il principio dell’alternanza per rompere un sistema di potere consolidato, almeno da questi primi mesi soltanto sostitutivo di un altro potere
Alla fine di un anno e l’avvio del nuovo si usa proporre alcune riflessioni. Dal nostro punto di vista l’argomento non può che essere le politiche per l’ambiente a Perugia.
In questi ultimi anni l’ambientalismo locale, almeno quello organizzato, con Italia Nostra, Wwf e Legambiente prima della chiusura del Circolo di Perugia, si è trovato quasi sempre in posizioni critiche sulle politiche per l’ambiente.
Alcuni esempi possono essere contro la trasformazione della E45 in autostrada, le cementificazioni e il consumo di suolo agricolo per fare spazio a sempre nuovi supermercati e nuovi insediamenti abitativi rimasti in genere inutilizzati, la noncuranza della salvaguardia del Tevere, l’eccedenza del traffico privato e l’inquinamento atmosferico da polveri sottili, la difficile risposta al problema del recupero dei rifiuti urbani, l’uso improprio delle forme di produzione energetica alternativa al fossile, il recupero dei grandi contenitori urbani, la decadenza dl Centro Storico e delle periferie ecc…
Le elezioni amministrative, poi, sono state condizionate anche dall’utilizzo di esperienze di volontariato ambientalista ecc…, tanto da favorire il cambio della maggioranza di governo. Un esito che nella storia della democrazia può sancire il principio dell’alternanza per rompere un sistema di potere consolidato; ma almeno da questi primi mesi soltanto sostitutivo di un altro potere.
Adesso in sintesi siamo nella situazione che, sempre secondo la salvaguardia dell’ambiente, non esistono segnali di un vero cambiamento. Mentre il nuovo assessore all’ambiente non avrà probabilmente nessuna convenienza nel continuare esperienze di mantenere un integralismo precedentemente rilevato.
Così che all’ambientalismo locale non rimarrà che continuare ad occupare un ruolo residuale, ad essere accusato di assumere sempre posizioni negative pregiudiziali, con un potere di veto che non possiede.