Come un macigno l'inchiesta Quarto Passo
Il radicamento delle mafie in Umbria: gli arresti hanno risvegliato quelle coscienze che sapevano, ma in fondo negavano un'evidente realtà
COME UN MACIGNO: IL M5S PERUGIA SULL'INCHIESTA QUARTO PASSO E IL RADICAMENTO DELLE MAFIE IN UMBRIA
Come un macigno gli arresti per ndrangheta, effettuati dai Ros in questi giorni, hanno risvegliato quelle coscienze che sapevano, ma in fondo negavano un'evidente realtà che andava sempre più delineandosi in tutti questi anni.
Sentire parlare di ndrangheta in Umbria sembrava quasi una barzelletta; in quell’Umbria considerata ancora come un'isola felice, ricca di risorse e di attività imprenditoriali floride, dove la gramigna malvagia delle mafie non avrebbe mai radicato.
Il brusco risveglio di questi giorni ha portato alla luce invece una realtà che in fondo si intuiva, si sapeva e che in fin dei conti non si voleva accettare; una verità da troppo tempo tralasciata con leggerezza dalle istituzioni locali, che negli ultimi 20 anni hanno trascurato il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, e anzi ne hanno favorito inconsapevolmente (ci si augura) l'espansione, con un'idea viziata di sviluppo urbano ed economico.
Sì perché se la Commissione regionale d'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Umbria, nel 2012 si ostinava a sostenere che in Umbria non esistesse la mafia, classicamente intesa come signoria territoriale e di controllo diretto delle attività, oggi questo passo è stato fatto e la mafia, finora solo infiltrata, oggi è radicata in interi quartieri, nelle piccole imprese, nei locali pubblici: una mutazione che è sintomo di quanto agevolmente le organizzazioni criminali abbiano fatto affari nel nostro territorio.
Le misure per la prevenzione del fenomeno erano ben indicate nella relazione del 2012 della Commissione presieduta dal consigliere Paolo Brutti e sarebbe interessante capire se le passate amministrazioni comunali perugine ne abbiano tenuto conto nel proprio agire. Ad uno sguardo veloce su cosa sia diventata la nostra città sembra che di fatto sia avvenuto il contrario: nella relazione si poneva infatti il problema principale di bloccare le attività utili al riciclaggio delle attività illecite, che producono proventi dal narcotraffico, dallo sfruttamento della prostituzione e della tratta d'immigrati, e dagli illeciti sulla gestione dei rifiuti.
Il riciclaggio è infatti possibile attraverso la speculazione edilizia e alcune attività d'impresa come compro oro o sale da gioco. Basta osservare un quartiere come via Settevalli, partendo da via Sicilia fino a Ponte della Pietra, per osservare come la cementificazione selvaggia abbia ospitato lo spaccio, la prostituzione e il gioco d'azzardo.
Dietro questa idea di sviluppo urbano ci sono però licenze concesse, permessi a costruire, varianti del piano regolatore: atti politici amministrativi che le passate amministrazioni hanno concesso con troppa leggerezza, senza capire la portata del problema.
La gramigna negli anni faceva il suo percorso e, trovando terreno fertile e vergine, ramificava e radicava in tutte le direzioni.
Duro è anche il commento di Roberto Saviano che sottolinea come l'inchiesta “Quarto Passo” sia passata sotto silenzio dimostrando come la ’ndrangheta abbia messo le mani anche sull’Umbria. Altrettanto dure, se non sconcertanti, sono le dichiarazioni del Pm della Procura di Terni, Elisabetta Massini rilasciate pochi giorni fa agli studenti di un liceo ternano: “Manca la libertà, la mafia è più vicina di quanto si possa pensare; non solo geograficamente”.
Nel complimentarci con le forze dell’ordine e le diverse istituzioni che si sono adoperate a fermare il fenomeno dilagante anche grazie ai recenti sopralluoghi a Terni per l'inchiesta "Mafia capitale" e nel dare la più ampia solidarietà al Pm Massini, in prima linea sul fronte ternano, riteniamo che questo sia solo l’inizio di un percorso ancora lungo e diretto a ripristinare il senso di legalità i tutto il territorio Umbro. Nondimeno, siamo vicini alle vittime che hanno subito soprusi, minacce e intimidazioni da parte di questa organizzazione criminale.
Certi che la presa di coscienza del fenomeno, da parte di tutti i cittadini, sia di per sé fondamentale alla lotta alle mafie, quanto lo è l'azione sul campo delle forze preposte, condanniamo a gran voce ogni forma di organizzazione criminale che, in qualsiasi modo, limiti la libertà e i diritti delle persone.