FOLIA FLUCTUANTIA marzo 09.pdf

"L'inverno se ne sta andando, sulle rive al sole la swalbalasneea, la 'neve della rondine', sta lasciando il posto all'erba che vuole rinverdire ma nel bosco in alto rimane sui rami dei pecci. Da qualche anno le rondini non arrivano così puntuali come la neve che porta il loro nome. Anche le allodole sono quasi scomparse; quando eravamo bambini, ritornando a casa dopo aver giocato sull'ultima neve, dicevamo allegri: "Abbiamo sentito le allodole!". Loro arrivavano per San Valentino e noi negli utlimi tre giorni di febbraio correvamo scalzi sui prati, a tratti ancora coperti di neve, scuotendo i campani per svegliare l'erba che stava sotto, gridando un'antica canzone: "Scella! Scella marzo! marzo auf sterzo!". Scella è il campano delle vacche e vale come: "Sveglia! Sveglia marzo! Su pigrone!...".
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  Dalla chiamata di marzo in poi dovevano ancora arrivare, dopo quella della rondine, la neve del cuculo e della quaglia. Ma, insomma, voglia o non voglia, l'inverno è ormai dietro le spalle; e già si sente l'odore vero della primavera che è quello della terra che si sgela e va in amore: sale dal profondo del suolo ed è un odore di vita che ritorna, sale dalle radici che si muovono lentamente in cerca di alimento perché, riscaldata dal sole, la parte apicale lo richiede: i rami e il tronco hanno comunicato che le giornate si sono allungate, che le gemme sono state gonfiate non dal vento che è ancora freddo ma dalle cesene che nel ripasso verso il Nord hanno sostato per riposare, e dai fringuelli che sono ritornati in tempo per riparare i loro nidi guastati dalla neve. I fringuelli e i lucherini sono i primi a preparare i nidi, e sono tanto indaffarati che trovano poco tempo per cantare: solo alla sera e al mattino per salutare il sole. "
 
(da La neve della rondine, in: Storie Naturali, di Mario Rigoni Stern)