Due vespasiani per l’Accademia
Faccio riferimento ai due vespasiani (un retaggio ormai storico?) che sono collocati nei meandri di Porta Eburnea. L’idea mi frullava già in testa, ma dopo il simpatico e per certi versi emozionante percorso nel tempo, a ritroso, di Carla Mantovani in uno degli ultimi venerdì dell’Accademia del Donca, nel rione perugino di Porta Eburnea (quale poi sarà: l’Arco della Mandorla o la cosiddetta Porta Crucia?), la metto per iscritto, questa buffa idea. Capito non di rado in questo rione storico (lo sono tutti e cinque invero) della città. Alternando i miei tragitti pedestri ora qua ora là, mi imbatto sovente nei due vespasiani siti all’inizio della via della Consolazione e a mezzo di via Torcoletti, quasi ad abbracciare S. Giovanni di Dio, con la sua piazzetta, la chiesa, e l’antico ricovero dei Fatebenefratelli. Non so se sono più attivi, ossia ufficializzati ad essere tali. Ricordo, e lo leggo su lo ZINGARELLI, che per vespasiano si intende un orinatoio pubblico (per soli maschi?) in forma di edicola o di torretta, ed è (fu; risale alla fine dell’800 la dizione?) così chiamato dal nome dell’imperatore romano Vespasiano, che impose una tassa sulla raccolta dell’urina effettuata per ricavare ammoniaca, utile per sgrassare. Non so, dicevo, se sono più attivi e/o se altri ve ne siano, di simili o consimili, in altri siti della città vecchia, ma so per certo che talora, anche per mancanza di idonei servizi pubblici comunali (e rifugiarsi in esercizi pubblici può risultare essere cosa antipatica), io vi ricorro ogni tanto (non dovevo forse dirlo?) e allora mi sono posto questa domanda, guardandoli da un altro punto di vista: perché non salvarli, non salvaguardarli, non potenziarli come “cosa artistica”? In fondo sono una memoria e oggetti tra l’arte naif, l’art deco’ (quand’anche non in stile Liberty) e quella, lasciatemelo dire, futurista… E allora, prima magari di abbatterli (se proprio non si possono fare rinascere), perché non proteggerli … “a futura memoria”, appunto? Basterebbe ingabbiarli adeguatamente in protezioni trasparenti, resistenti e gradevoli alla vista con magari due note storico-sociali. Scherzosamente, ma non poi così tanto,
Daniele Crotti
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