L'aria in città? Non vedo, non sento, non respiro
L’Unione europea apre una procedura d’infrazione internazionale partendo dalla denuncia delle associazioni ambientaliste perugine
Tornano i blocchi del traffico, e la decisione arriva a pochi giorni dalla presa di posizione ufficiale della Commissione europea, che sabato scorso ha aperto una procedura internazionale di infrazione che prende proprio spunto dalla denuncia dell'inquinamento nel capoluogo umbro fatta, nel 2005, dalle associazioni ambientaliste perugine.
Urbano Barelli di Italia Nostra, Anna Rita Guarducci di Legambiente e Giacomo Buttiglia del WWF intervengono sulla vicenda. "Senza informare i cittadini sui rischi dell’elevato inquinamento dell’aria di questi giorni, il comune ha imposto il divieto di circolazione per le auto non catalizzate a Perugia e a Ponte San Giovanni per i giorni di giovedì e venerdì fino al mese di marzo. La mancanza di informazioni sui rischi per i bambini e gli anziani nell’uscire di casa con questi alti livelli di inquinamento, è un fatto molto grave che dimostra il disinteresse del comune di Perugia per la qualità della vita e per la salute dei cittadini. Non si dà un’adeguata informazione sulle reali condizioni ambientali della città, per non ammettere che negli ultimi anni nessun provvedimento serio contro l’inquinamento è stato preso negli ultimi anni e che a nulla è servito il minimetrò, pur annunciato come il mezzo che avrebbe risolto il problema dell’inquinamento dell’aria.
Già nel 2005, Italia Nostra, Legambiente e WWF avevano denunciato l’indifferenza del comune di Perugia per l’inquinamento dell’aria, segnalando il problema alla Commissione Europea che ha aperto un fascicolo chiamato “caso 2005/4617 – PM10 Perugia”. Pochi giorni fa, sabato 14 febbraio, la Commissione europea ha comunicato che “in riferimento al reclamo relativo al superamento dei valori limite per le particelle di PM10 registrato nella città di Perugia, la Commissione ha deciso di avviare d’ufficio una procedura di infrazione nei confronti di tutti gli Stati membri in cui si sono prodotti superamenti dei valori limite e dunque anche nei confronti dell’Italia. Di conseguenza il reclamo n.2005/4516 verrà d’ora in avanti esaminato nell’ambito della detta procedura d’infrazione.” La speranza è che visto che l’amministrazione comunale non è sensibile al problema della salute dei cittadini, almeno sia sensibile alla possibile condanna da parte dell’Unione europea per mancato rispetto della normativa comunitaria sulla qualità dell’aria".
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