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L'ombra della revisione di spesa sulla cultura
L'ombra della revisione di spesa sulla cultura
Non si capisce se stiamo aspettando la beneficenza dall'Europa, o se questa giunta e il nuovo assessore Maria Teresa Severini considerino la cultura cittadina un peso da tagliare e non una risorsa da alimentare
La febbre della revisione di spesa ha ormai invaso tutti i settori della nostra amministrazione cittadina, facendo perdere di lucidità la giunta Romizi che sembra pervasa da una smania di austerità e risparmio riguardanti molteplici capitoli di spesa. Invece di riprogettare strutturalmente la spesa pubblica e i suoi sperperi, assistiamo a provvedimenti caotici e contingenti per oltre 2 milioni di risparmio in 3 mesi che dovrebbero salvarci in extremis dall'incubo del buco di bilancio e dal commissariamento, ancora mai nominato, forse per scaramanzia.
Così invece di rivedere il contratto con Gesenu che costringe il Comune a ripianare il debito per le bollette inevase (oltre un milione di euro l'anno), si affida agli operai del Comune la pulizia dei tombini e la raccolta di siringhe nei parchi. Invece di mettere le mani ai quasi 10 milioni di debito all'anno che il minimetró ci scava sotto i piedi ogni giorno, con un nuovo piano per la mobilità urbana, si tagliano i trasporti scolastici e il biglietto unico. E così via, fino ad arrivare ad un vero e proprio tritacarne sociale in cui a casaccio si tagliano assistenza agli anziani, mense e pasti per i cittadini con disagio, il sostegno nelle scuole, ecc: la vita dei cittadini e dei lavoratori nei servizi diventa un costo, un numero, su cui risicare, un po' qua e un po' là, senza capire i danni e le sofferenze arrecate e senza avere un'idea di gestione e riprogettazione più ampia. In questa mania del rigore stanno per finire anche le spese per la cultura che, con circa 4 milioni l'anno, rappresenta poco più del 2% del bilancio comunale. Si crederà che pur di non cadere nella voragine del buco di bilancio sarebbe meglio tagliare i vari "circenses" a cui Boccali e Cernicchi ci avevano abituato. Sarà pur vero, peccato che proprio in questi giorni la commissione europea, che sceglierà la capitale europea della cultura 2019 fra sei città italiane, sarà in visita da noi: un'occasione che potrebbe portare non 4 milioni ma 30, senza considerare l'indotto turistico. E allora non si capisce se stiamo aspettando la beneficenza dall'Europa, mostrando la nostra miseria culturale, o se questa giunta e il nuovo assessore Maria Teresa Severini considerino la cultura cittadina un peso da tagliare e non una risorsa da alimentare. Non si spiega, altrimenti, perché siano stati tagliati gli orari delle biblioteche; perché la Biblioteca di San Matteo degli Armeni, che contiene il fondo di Aldo Capitini, rischi la chiusura; perché il progetto per la riqualificazione del Pavone sia ancora fermo; perché "Corsia Of", il primo progetto di residenza artistica a Perugia, sia stato bloccato nonostante fosse incluso nel dossier PG 2019 fin dall'inizio con spazi e finanziamenti già predisposti.
Il MoVimento 5 Stelle Perugia considera la cultura una risorsa per la crescita sociale ed economica imprescindibile e crede che la molteplice realtà culturale cittadina, composta da associazioni, compagnie, imprenditori e professionisti di ottimo livello, rappresenti per Perugia la vera opportunità di innovazione per la città che non può essere compromessa dalla smania di austerità, ma che, anzi, deve essere sostenuta strutturalmente, superando le logiche di clientelismo ed eventi occasionali.
Matteo Severini, coordinatore del gruppo cultura e turismo