Il fiume Tevere: una risorsa per il territorio
Anche la zona tra Balanzano e S.Martino in Campo dovrebbe essere interessata al Parco fluviale. Oggi assistiamo all’impoverimento del paesaggio rurale con l’ampliamento delle zone industriali con la nascita di tanti capannoni... Le priorità per un rilancio del progetto
(nella foto: rifiuti abbandonati lungo il Tevere presso S. Martino in Campo) Forse pochi sanno che anche la zona sud del territorio comunale è interessata dal corso del Tevere anche se in modo decentrato rispetto all’abitato. Quella che va da Balanzano a San Martino in Campo, al confine con il comune di Torgiano. Il fiume nel tempo ha rappresentato un’importante risorsa per il territorio, anche se nel tratto a nord, da Ponte San Giovanni a Villa Pitignano, c’è stata una forte antropizzazione. Negli ultimi decenni, però, la sua presenza nella quotidianità è quasi del tutto scomparsa. Non esiste più, ad esempio, chi approfitta dei periodi di piena per procurarsi la legna, oppure chi passa le sue giornate lavorando il brecciame per l’edilizia. Negli anni ’80 nacque a Ponte Felcino un comitato civico per il recupero e salvaguardia del fiume. La prima idea fu quella di lanciare pubblicamente un progetto di realizzazione di un parco fluviale territoriale. La proposta fu subito accolta dall’allora Amministrazione Comunale. Sono state avviate alcune opere di bonifica: le tante discariche abusive chiuse, controllata l’attività di cava soprattutto nel tratto dell’Ansa degli Ornari, organizzato un diffuso sistema di depurazione dei reflui urbani, recuperate alcuni torri medioevali come la “Baldelli Bombelli” diventata ostello della gioventù, realizzato il Bosco Didattico a Ponte Felcino, aperto un percorso ciclo-pedonale che collegasse la zona del “Ponti” ecc…: è mancato, però, un preciso impegno politico fra Comune, Provincia e Regione per la istituzionalizzazione concreta del Parco, forse, perché presuppone l’imposizione di certi vincoli urbanistici. La conseguenza è stata l’impoverimento del paesaggio rurale con l’ampliamento delle zone industriali con la nascita di tanti capannoni, la costruzione di centraline idroelettriche come quella nei pressi del ponte di legno di Ponte San Giovanni, la mancata delocalizzazione di alcune imprese a forte rischio come la distilleria di Ponte Valleceppi, l’occupazione di aree demaniali per attività private ecc… L’interessamento del progetto Parco, inoltre, esclude completamente la zona sud, di cui ci si ricordò solo negli anni ’80 quando alcune cave dismesse dall’attività estrattiva furono riempite da migliaia di tonnellate di rifiuti urbani accumulati dalla ditta “Cecchini”, dopo la chiusura dell’impianto di incenerimento di Ponte Rio e l’apertura della discarica controllata di Pietramelina. Tanto che anche oggi l’area sud continua ad essere in uno stato di abbandono totale. Va aggiunto che intanto negli anni è stata prodotta una quantità enorme di atti cartacei con programmi elettorali, interrogazioni consiliari, delibere di Giunta ecc…. che riaffermano l’assoluta priorità del Parco Fluviale Territoriale. Oggi risultano aperte almeno le seguenti priorità: 1) Il riconoscimento ufficiale negli atti urbanistici della regione Umbria del Parco Fluviale Territoriale Comunale. 2) Il mantenimento del previsto tavolo interistituzionale con la partecipazione delle associazioni ambientaliste con la realizzazione del “Contratto di Fiume. 3) Il mantenimento dell’impegno assunto dalla Giunta Comunale per il progettato “Parco Urbano dell’Ansa degli Ornari” per la sua libera fruizione e l’apertura di un Parco Didattico Scientifico per le scuole. 4) La predisposizione di un preciso piano di delocalizzazione delle industrie a rischio. 5) L’annullamento delle previste messe in sicurezza attraverso macro-arginature. 6) L’individuazione delle aree golenali da lasciare libere per eventuali esondazione. 7) La programmazione di un concreto piano di recupero delle aree demaniali oggi impropriamente occupate. 8) L’interpretazione del Progetto Parco a comprendere tutto il percorso fluviale comunale da nord a sud.
Lauro Ciurnelli
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