"I medici, la salute & l'ambiente" - resoconto del convegno del 17 gennaio
Tratto dal foglio informativo dell'associazione Le Vie della Salute n.9 - 2/2009
Oggi la crisi finanziaria
sembra la principale emergenza che il pianeta si trova ad
affrontare.Ma la crisi ambientale e la crisi climatica sono molto più
gravi della crisi finanziaria; da questa ci si può riprendere, ma
non dalle crisi ambientale e climatica. L’emergenza ambientale e
l’emergenza sociale sono inscindibili e interdipendenti.
Il degrado del Pianeta
sta subendo una forte ed imprevista accelerazione: si prevedono
conseguenze gravi per tutte le forme di vita e il suo rallentamento
non può che passare da una svolta radicale nei modelli economici.
E’ ora di correre ai
ripari non solo decidendo dove mettere i rifiuti, ma facendo in modo
che le produzioni tossiche vengano fermate- subito! Si tratta di una
vera e propria pandemia silenziosa. Il Progetto <Città Sane> è
un esperimento politico e il suo scopo è di dare priorità alla
salute nelle scelte delle amministrazioni. E’ fondamentale
l’impegno determinato degli enti locali per la priorità dei
criteri ambientali a tutela della salute. E’ necessario un
cambiamento di paradigma, dal consumismo alla qualità della vita.
Sono queste alcune delle
indicazioni emerse in occasione del convegno “I medici, la salute e
l'ambiente”, promosso sabato 17 gennaio presso la sede perugina
dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri dall'associazione Le
Vie Della Salute in collaborazione con l'Isde Italia (Associazione
internazionaale dei dottori per l'ambiente) e con lo stesso Ordine
dei Medici.
Una riflessione ampia,
che ha visto alternarsi interventi di medici, rappresentanti
istituzionali, tecnici.
Il presidente della
Associazione Medici per l’Ambiente dr Roberto Romizi, ha impostato
la cornice generale del problema ed ha rilevato come i determinanti della salute dipendono solo per il
10% dai servizi sanitari, mentre per il 90% dipendono dai fattori
genetici, comportamentali, ambientali e socio economici. Si stima che il 24% della malattie e il 23% delle morti possa
essere attribuito ai fattori ambientali. Più di un terzo delle
patologie nei bambini è dovuto a fattori ambientali modificabili.
Il dr Massimo Formica,
medico di base a Narni scalo ha analizzato il tema Ambiente e
Patologie e le conseguenze dell'inquinamento sull'organismo umano,
con alcuni esempi concreti.
Lo psichiatra e
psicoterapeuta dr Tullio ha definito la nostra condizione sociale ed
ambientale come una patologia collettiva in quanto abbiamo trascurato dei segnali evidentissimi. L’uomo
pretende di essere razionale ma da sempre è attraversato da
sentimenti differenziati che sono alla base del suo agire collettivo.
Un senso generale di vulnerabilità contribuisce ora alla crisi
sociale, alla paura ed alle manifestazione di aggressione. Pare che
le amministrazioni statali e locali non posseggano attualmente le
qualità necessarie a prendere provvedimenti adeguati fra l’altro
perché gli interessi economici prevarrebbero su quelli della salute
collettiva. Gli interventi ed il dibattito è blandi, fuorvianti e di
facciata, non vanno alla radice del problema. Il secolo XX d.C. ha
rappresentato con molti interventi scientifici e materiali un
culmine di benessere e di sicurezza. Ma dalle stesse soluzioni sono
scaturite ora delle ulteriori minacce per l’umanità. Il dr Tullio
afferma che la “crescita" economica in funzione di prodotti
sempre più inutili sia una ulteriore manifestazione di una patologia
psichica collettiva grave. D’accordo con Romizi egli ritiene che
serve un vero sviluppo che può realizzarsi anche con crescita
economica limitata, purché caratterizzato da una vita lunga e sana,
buoni livelli di istruzione e uno standard di vita confortevole.
Anche il “consumismo sanitario” è parte centrale della
malattia perché riguarda chi dovrebbe prendere provvedimenti ed
invece continua a sprecare immense risorse, miliardi di esami
inutili, milioni di terapie inappropriate, centinaia di migliaia di
interventi chirurgici evitabili: Non solo la sanità sta costando
sempre di più fino a diventare insostenibile e contribuisce al
collasso del sistema, ma con il suo approccio riduzionistico è
corresponsabile della gravità della situazione ed ha contribuito ad
inquinare attivamente il pianeta. Egli invoca dei
provvedimenti drastici, un ritorno alla prevenzione primaria, alle
misure igieniche negli stili di vita, alle terapie tradizionali,
allla valorizzazione del rapporto medico paziente - la relazione è
parte della cura – per non dover rinunciare ai molti contributi
positivi della medicina.
Il dr Giovanni Vantaggi
medico di base a Gubbio ha portato ulteriori dati sulla gravità
della situazione ed ha introdotto la speranza raccontando come un
medico di famiglia si sia trasformato anche in medico per
l’ambiente.
Il dr Catanelli direttore
della programmazione sanitaria della Regione ha parlato del nuovo
piano sanitario regionale. Appare fondamentale, nell'ottica di un
miglioramento dei risultati, recuperare la funzione della Medicina di
base, in cui è centrale il rapporto tra medico e cittadino, un
rapporto che parte da lontano e che nella prevenzione ha il suo
migliore e più efficace strumento di intervento.
I medici dell’ISDE
affermano che il progetto di una società della decrescita, sobria
per scelta, è radicalmente diverso dalla decrescita negativa. Un
conto è scegliere la decrescita, altro è subirla. Un
rallentamento della crescita non voluto determina disoccupazione,
divario sempre maggiore tra ricchi e poveri, abbandono dei programmi
sociali, sanitari, educativi, culturali e ambientali.
Ecco perché è
necessario fare sistema – questa l'indicazione più gettonata –
tra medici e studiosi “sensibili” alla materia, per portare
avanti una strategia integrata nuova, superando gli interessi
personali e di categoria.
Recuperare la centralità
della medicina generalista, “fare sistema” per mettere al centro
delle politiche urbanistiche la vivibilità, unire gli sforzi per
tutelare le produzioni agricole dall'attacco dei pesticidi e, più in
generale, dall'attacco delle coltivazioni Ogm.
E poi ancora promuovere
il Principio di Precauzione contro il conservatorismo scientifico;
Privilegiare la prevenzione primaria attraverso una valutazione
preventiva, pagata dall’industria, del rischio biologico connesso
alle sostanze immesse nell’ambiente (REACh); Tassare i rifiuti ed i
costi ambientali ala fonte; Assicurare la dichiarazione di eventuali
conflitti di interessi da parte di ricercatori e consulenti;
Comprendere la reciproca corrispondenza tra emergenza ambientale ed
emergenza socio-economica; Per concludere La vera PREVENZIONE è
quella che rimuove le cause patogene.
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