La mattanza a Gaza
Olocausto palestinese. Giornalisti come scudi umani della verità. Israele si permette qualunque azione illegale che ad altri non è consentita ma deve far finta di non esagerare, di agire per autodifesa
(nella foto: israeliani saliti sulla collina sopra Sderot per assistere ai bombardamenti su Gaza. Ad ogni esplosione parte un applauso)
Ma siamo già a 78 morti giovedì 10 luglio 2014 11:54
di Marisa Conte
Israele sa di essere sotto l'occhio del mondo, opinione pubblica e Governi, anche quelli che, pure, lo sostengono, sempre e comunque. Può permettersi qualunque azione illegale che ad altri non è consentita ma deve far finta di non esagerare, di agire per autodifesa, alimentando, incessantemente, il mito del pericolo sempre imminente di un nuovo Olocausto per il suo Popolo.
E deve giustificarsi, se persino i suoi più fedeli (e ciechi) sostenitori, Stati Uniti e Unione Europea, cominciano a dirsi stufi delle sue pretese e delle sue forzature.
E i bambini palestinesi quanto tempo hanno per trovare un rifugio (che non c'è, in quel lager che è la Striscia di Gaza), prima che cadano le bombe israeliane? Chi avrebbe più bisogno di un esperto in webmarketing? L'Olocausto palestinese si trova nei numeri.
In due giorni di assalto israeliano: 58 morti, di cui 13 bambini, 7 donne e 36 vecchi 450 feriti, di cui 103 bambini, 46 donne e 283 vecchi 1033 bombardamenti di cui 144 razzi dal mare, 747 raid aerei e 142 cannoneggiamenti 312 case distrutte, 53 totalmente e 259 parzialmente
Per annullare una propaganda, ci vogliono un'opinione pubblica determinata e dei giornalisti indipendenti. Per questo, Israele li prende di mira.
Ieri, è stata colpita la Torre dei Giornalisti, a Gaza City, e diversi di loro sono rimasti feriti. I giornalisti di RT hanno accusato Israele di terrorismo e di crimini di guerra, ricevendo, subito, un attacco da Algemeiner, quotidiano ebraco statunitense. In questo servizio (<https://www.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DkINtCyqqn04%23t%3D27&h=eAQFYseSQ&s=1>), la giornalista di RT respinge l'attacco con argomentazioni precise, ricordando, tral'altro, a Israele che colpire i giornalisti è considerato un crimine di guerra dalla Convenzione di Ginevra.
Ma cosa vuole Israele, con questo atteggiamento e con queste azioni, così crude e inumane? Di certo, non vuole la pace né mai l'ha voluta, come ribadisce Gideon Levy (http://nena-news.it/gideon-levy-israele-non-vuole-la-pace/), altrimenti non continuerebbe a colonizzare. Perché, sottolinea Levy, nel DNA di Israele "a livello più profondo, risiede il concetto che questa terra è destinata solo agli Ebrei".