San Martino in Campo a puntate
All’inizio
della nuova Amministrazione Comunale, forse, è il caso di riproporre
tutti i problemi riguardanti San Martino in Campo e la sua campagna. Il
primo è il rischio che speculazione edilizia e fondiaria distruggano per
sempre un patrimonio paesaggistico che è stato ereditato e che
possibilmente dovrebbe essere trasmesso a quelli che verranno. San
Martino in Campo, si ricorderà, è un borgo situato nella zona sud del
territorio comunale. Occupa una bella e fertile piana alluvionale che
dal colle scende fino alla riva destra del Tevere. Il guaio è che la sua
vocazione agricola è particolarmente rappresentata dalla proprietà di
un ente morale accumulata nel tempo attraverso le donazioni. L’ente è
definito benefico perché avrebbe dovuto amministrare un bene ricavandone
degli utili per il sostegno della parte più debole della popolazione.
Così non è stato! Tanto che adesso tutta la proprietà è in disfacimento.
Intanto si è verificato l’interessamento di una grande azienda europea
per l’apertura di un megastore in Umbria. L’area scelta è quella situata
tra San Martino in Campo e Santa Maria Rossa perché servita dalla E45,
ma ricca di terreni agricoli di pregio. Il fatto ovviamente ha suscitato
gli interessi piccoli e grandi della speculazione. C’è stato chi ha
cercato di accaparrarsi quanti più terreni possibile per aumentare i
prezzi, chi ha pensato bene di non mettere in vendita una sua proprietà
per attendere la lievitazione dei prezzi stessi, chi attraverso un gioco
di compra-vendita ha messo da parte circa 150mila euro. Così la grande
azienda per ora sembra orientata ad altre scelte. Comunque ancora c’è
chi trama per rientrare in qualche modo nella sua esposizione
contattando una grande azienda nazionale alimentare. In questo caso però
il posto prescelto è interessato da un palazzetto di caccia della
nobile famiglia dei Donini, ben conservato, e che a suo tempo dovrebbe
essere stato vincolato dalla Sovrintendenza ai monumenti
sull’interessamento dell’Ecomuseo del Tevere. L’altra zona è quella
compresa fra San Martino in Campo e Sant’Andrea D’Agliano . anche questa
di alto pregio paesaggistico. In questo caso la speculazione edilizia
ha già colpito realizzando due palazzi di alto impatto visivo. Come
aveva pensato qualche anno fa di aprire un laghetto per scopi irrigui
che invece sarebbe servito per avviare una nuova attività di cava.
Allora il progetto fu bloccato dalla mobilitazione popolare; ma la
ferita dei primi lavori di sbancamento è rimasta aperta. Un’apposita
ordinanza comunale per la rinaturalizzazione non fu mai rispettata.
Sempre nella stessa area, più vicino all’abitato, era stato costruito un
bel centro sportivo tennistico. L’opera era abusiva, perché il terreno
al solito era agricolo, ma poi fu condonata. L’impianto aveva
conquistato un suo spazio ed aveva una sua attrattività soprattutto per i
giovani. Purtroppo da alcuni anni è stato venduto per una
ristrutturazione. Come risulta da un apposito cartello. Ma alla completa
distruzione dell’esistente non c’è stato alcun esito. Adesso presenta
una situazione di degrado e pericolo. Probabilmente si attendono tempi
giusti per altre cementificazioni. Né è un buon segno che una componente
della nuova Giunta sembrerebbe interessata al trasferimento di un
centro di stoccaggio di prodotti petroliferi da Ponte San Giovanni a
Sant’Andrea D’Agliano. Almeno stando ai giornali che hanno parlato di un
contenzioso aperto con l’Amministrazione Comunale. Senza dimenticare
che su tutto incombe la minaccia della trasformazione della E45 in
autostrada con annessa tangenziale Collestrada-Corciano per sciogliere
il cosiddetto NODO di Perugia. Opera che da sola comporterà un enorme
consumo di suolo. Il sistema paesaggistico e la qualità della vita
saranno solo un lontano ricordo da raccontare ai nipoti.
Lauro Ciurnelli - ambientalista
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