22/12/2024
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San Martino in Campo a puntate


 All’inizio della nuova Amministrazione Comunale, forse, è il caso di  riproporre tutti i problemi riguardanti San Martino in Campo e la sua campagna. Il primo è il rischio che speculazione edilizia e fondiaria distruggano per sempre un patrimonio paesaggistico che è stato ereditato e che possibilmente dovrebbe essere trasmesso a quelli che verranno. San Martino in Campo, si ricorderà, è un borgo situato nella zona sud del territorio comunale. Occupa una bella e fertile piana alluvionale che dal colle scende fino alla riva destra del Tevere. Il guaio è che la sua vocazione agricola è particolarmente rappresentata dalla proprietà di un ente morale accumulata nel tempo attraverso le donazioni. L’ente è definito benefico perché avrebbe dovuto amministrare un bene ricavandone degli utili per il sostegno della parte più debole della popolazione. Così non è stato! Tanto che adesso tutta la proprietà è in disfacimento. Intanto si è verificato l’interessamento di una grande azienda europea per l’apertura di un megastore in Umbria. L’area scelta è quella situata tra San Martino in Campo e Santa Maria Rossa perché servita dalla E45, ma ricca di terreni agricoli di pregio. Il fatto ovviamente ha suscitato gli interessi piccoli e grandi della speculazione. C’è stato chi ha cercato di accaparrarsi quanti più terreni possibile per aumentare i prezzi, chi ha pensato bene di non mettere in vendita una sua proprietà per attendere la lievitazione dei prezzi stessi, chi attraverso un gioco di compra-vendita ha messo da parte circa 150mila euro. Così la grande azienda per ora sembra orientata ad altre scelte. Comunque ancora c’è chi trama per rientrare in qualche modo nella sua esposizione contattando una grande azienda nazionale alimentare. In questo caso però il posto prescelto è interessato da un palazzetto di caccia della nobile famiglia dei Donini, ben conservato, e che a suo tempo dovrebbe essere stato vincolato dalla Sovrintendenza ai monumenti sull’interessamento dell’Ecomuseo del Tevere. L’altra zona è quella compresa fra San Martino in Campo e Sant’Andrea D’Agliano . anche questa di alto pregio paesaggistico. In questo caso la speculazione edilizia ha già colpito realizzando due palazzi di alto impatto visivo. Come aveva pensato qualche anno fa di aprire un laghetto per scopi irrigui che invece sarebbe servito per avviare una nuova attività di cava. Allora il progetto fu bloccato dalla mobilitazione popolare; ma la ferita dei primi lavori di sbancamento è rimasta aperta. Un’apposita ordinanza comunale per la rinaturalizzazione non fu mai rispettata. Sempre nella stessa area, più vicino all’abitato, era stato costruito un bel centro sportivo tennistico. L’opera era abusiva, perché il terreno al solito era agricolo, ma poi fu condonata. L’impianto aveva conquistato un suo spazio ed aveva una sua attrattività soprattutto per i giovani. Purtroppo da alcuni anni è stato venduto per una ristrutturazione. Come risulta da un apposito cartello. Ma alla completa distruzione dell’esistente non c’è stato alcun esito. Adesso presenta una situazione di degrado e pericolo. Probabilmente si attendono tempi giusti per altre cementificazioni. Né è un buon segno che una componente della nuova Giunta sembrerebbe interessata al trasferimento di un centro di stoccaggio di prodotti petroliferi da Ponte San Giovanni a Sant’Andrea D’Agliano. Almeno stando ai giornali che hanno parlato di un contenzioso aperto con l’Amministrazione Comunale. Senza dimenticare che su tutto incombe la minaccia della trasformazione della E45 in autostrada con annessa tangenziale Collestrada-Corciano per sciogliere il cosiddetto NODO di Perugia. Opera che da sola comporterà un enorme consumo di suolo. Il sistema paesaggistico e la qualità della vita saranno solo un lontano ricordo da raccontare ai nipoti.



Lauro Ciurnelli - ambientalista

Inserito martedì 8 luglio 2014


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