Contributi asili nido, le proposte del mondo cooperativo
Il contributo approvato dalla Giunta regionale nelle scorse settimane non convince le cooperative sociali del settore. La proposta alternativa: un fondo strutturale per aumentare l’offerta di posti nido
Ancora interventi a
pioggia in stile social card in un settore che avrebbe bisogno di
investimenti strutturali per rispondere ad una domanda crescente. Il
cosiddetto “bonus nido” con cui, nelle scorse settimane, la
Giunta regionale ha stanziato trecento euro annui per ciascun bimbo
iscritto ad un asilo nido (per un impegno totale di € 1.500.000),
non rappresenta una risposta efficace alle necessità legate al mondo
dell’infanzia.
Si tratta di un
intervento a pioggia che riguarda le famiglie con reddito inferiore
ai 50.000 € annui e che agirà sulla domanda mentre oggi il
problema in Umbria riguarda l’offerta.
Come dimostra una analisi
realizzata da Ancst Umbria: “Oggi siamo in una situazione in cui la
domanda di posti nido risulta superiore rispetto ai posti che le
strutture riescono ad offrire. Liste d’attesa che si ingrossano e
un numero elevato di famiglie in attesa di un posto”.
Attraverso questi
interventi nessun operatore, privato o pubblico che sia, effettuerà
investimenti per ampliare l’offerta di posti nido. In una fase di
recessione, inoltre, il milione e mezzo di euro impiegato per il
“bonus nido”, oltre a non creare nessun posto nido aggiuntivo,
non creerà nessun posto di lavoro, non avrà nessun impatto sul
tasso di attività femminile e non innescherà nessun investimento
aggiuntivo.
Come spiega Vladimiro
Zaffini responsabile Cooperazione sociale Ancst Umbria: “Quello che
ci aspettavamo era quantomeno un coinvolgimento, come operatori
sociali dell’infanzia, nella fase di formulazione delle proposte
per il settore. Per rispondere alle esigenze delle famiglie umbre
bisognerebbe rendere strutturale il fondo, a partire dal 2009,
utilizzandolo non per erogare il bonus nidi ma per attribuire un
contributo di € 5.000 annui a posto nido alle organizzazioni
dell’economia sociale che si impegnano nella realizzazione e nella
gestione di nuovi nidi con gli standard qualitativi di eccellenza
previsti dalla normativa regionale.
Attraverso questa
strategia, come spiegano da Ancst Umbria, “spendendo la stessa
cifra verrebbero realizzati 12 nuovi asili nido, si creerebbero 300
nuovi posti nido accessibili alle famiglie, 50 nuovi posti di lavoro,
innescando allo stesso tempo investimenti per 5.000.000 di euro.
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