comunicato stampa sui punti nascita USL Umbria 1
….E ALLA FINE SONO RIUSCITI A CHIUDERE ASSISI “LA CULLA DELL’UMBRIA”!!!
Grazie
al governo di questa regione, con il silenzio totale di partiti,
sindacati di regime e istituzioni locali, dal 30 giugno il punto
nascita di Assisi non esiste più. Un tempo veniva chiamato la “Culla
dell’Umbria” e molte erano le donne, provenienti sia dalla regione che
da fuori, a venire a partorire nella terra di Francesco.
L'infausto disegno parte da lontano:
-
ideato dalla ‘ex governatrice’ Lorenzetti* per rimediare al
sopra-dimensionamento dell'allora nuovo ospedale Foligno, per dirottare
li un numero maggiore i pazienti.
- poi il nuovo ospedale di
Pantalla voluto dalla Marini (ogni presidente regionale si fa il suo
ospedale) e anche questo poco popolato;
- successivamente la
legge Fazio del 2010 che prevede la chiusura dei punti nascita che
eseguono meno di 500 parti l'anno e che non sono in grado di garantire
guardia ostetrica attiva sulle 24 ore, anche se, il punto nascita di
Assisi nei momenti migliori il numero dei parti era mediamente sugli
850 parti in un anno.
Tanta + l'amarezza tra i cittadini e degli
operatori sanitari di Assisi per questa decisione e sopratutto
inaspettata visto che pochi anni fa erano state ristrutturate
completamente le due sale operatorie di Assisi sia quella di
Ginecologia/Ostetricia e di Chirurgia.
Per arrivare a questo si
è partiti prima con il trasferimento, poi il mancato rinnovo del
primario di ginecologia e ostetricia. Assisi non va chiuso, ma
valorizzato, integrato con nuove energie, cominciando da subito a
bandire il concorso per un nuovo primario, così sarà possibile
rilanciare in tempi brevi, come un tempo, oltre i 500 parti all’anno.
La
politica sanitaria regionale invece di ridistribuire e pianificare i
servizi sul territorio, preferisce accentrare e intasare gli ospedali
piuttosto che mantenere i piccoli, ma funzionanti punti nascita sul
territorio, con l'unico obiettivo di risparmiare!
La chiusura del
punto nascita di Assisi rappresenta un indebolimento del settore
terziario in quel territorio (rispetto ai servizi sanitari), è stata
una decisione impopolare presa senza tenere conto dell’impatto sulla
comunità e delle esigenze della popolazione e delle donne che si
dovranno rivolgere ai grandi ospedali già affollati.
Una
decisione in linea con il processo di dismissione dello stato sociale,
voluto dalle politiche liberiste europee, nazionali e regionali a
vantaggio della sanità convenzionata privata.
No alla decisione poco chiara di chiudere i punti nascita!
USB Sanità (USL Umbria 1) via del Lavoro, 29 - 06100 Perugia Tel/Fax: 075 5057404 - perugia@usb.it
Perugia 28 giugno 2014
*Indagata nell'ambito dell'inchiesta sul TAV a Firenze per associazione a delinquere e corruzione.
USB Sanità
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