...Ma il sociale non c'è
La Giunta presenta il testo sulla agricoltura sociale: ma è necessario aprire ai soggetti del Terzo settore e a chi opera nel sociale. Sbagliato rimanere ancorati a proposta di retroguardia
“Occorre modificare al più presto la proposta sull’agricoltura sociale, consentendo anche ad imprese e cooperative sociali di utilizzare l'agricoltura come strumento di riabilitazione ed inclusione sociale. Non è ammissibile che una legge su questa materia escluda a priori tutti i protagonisti del Terzo settore e chi si occupa di sociale. Occorre superare questo paradosso evitando di rimanere ancorati ad una proposta di retroguardia”. Con queste parole Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente dell'associazione per un'Umbria Migliore, annuncia di aver presentato un pacchetto di emendamenti al provvedimento “Nuove norme in materia di agriturismo, fattorie didattiche e agricoltura sociale”, proposto dalla Giunta e domani in discussione presso la II commissione consiliare. “Sarebbe singolare – commenta Dottorini - se ad essere esclusi dai benefici della legge sull'agricoltura sociale fossero proprio i soggetti che operano nel sociale. E' fondamentale all'opposto che la proposta di legge in discussione sappia avvicinare e coniugare il più possibile mondi diversi come l'agricoltura ed il sociale per creare opportunità di sviluppo e di crescita ad entrambi i settori. La Giunta regionale, travisando completamente i contenuti delle proposte consiliari in materia, ha predisposto un testo raffazzonato e incoerente, rimanendo ancorata ad una visione ragionieristica delle opportunità offerte in fatto di politiche agricole, senza valutare i risvolti sociali ad esse connessi”. “In Umbria ci sono esperienze virtuose che vanno sostenute ed incentivate con tutti i mezzi possibili. Per questo sarebbe grave se la Regione non non si aprisse ad ascoltare ed accogliere le istanze delle tante cooperative e imprese sociali che attraverso le pratiche agricole attuano quotidianamente programmi di riabilitazione ed inclusione. L'agricoltura sociale avrebbe meritato una legge ad hoc, come è avvenuto in altre regioni. Questo in Umbria non è avvenuto. Sarebbe incomprensibile se non vi fosse neppure il tentativo di tenere insieme le ragioni del mondo agricolo con quelle del terzo settore”.